l'Astrofilo luglio-agosto 2024
LUGLIO-AGOSTO 2024 Q uesta illustrazione mette a con- fronto tre buchi neri stellari nel- la nostra galassia: Gaia BH1, Cygnus X-1 e Gaia BH3, le cui masse sono ri- spettivamente 10, 21 e 33 volte quel- la del Sole. Gaia BH3 è il buco nero stellare più massiccio finora trovato nella Via Lattea. I raggi dei buchi neri sono direttamente proporzionali alle loro masse, ma va notato che i buchi neri stessi non sono stati osservati direttamente. [ESO/M. Kornmesser] un buco nero di massa elevata dopo la loro morte. Ma finora non c’erano prove che collegassero direttamente le stelle povere di metalli ai buchi neri di massa elevata. Le stelle che vivono in coppia ten- dono ad avere composizioni simili, il che significa che la compagna di BH3 contiene importanti indizi sulla stella che è collassata per for- mare questo buco nero eccezionale. I dati di UVES hanno mo- strato che la compagna è una stella molto po- vera di metalli, indican- do che anche la stella collassata per formare BH3 dovesse essere po- vera di metalli, proprio come previsto. I risultati della ricerca guidata da Panuzzo sono stati pubblicati su Astronomy & Astrophy- sics . “Abbiamo compiu- to il passo eccezionale di pubblicare questo arti- colo sulla base di dati preliminari, prima del- l’imminente rilascio dei risultati di Gaia proprio a causa della natura u- nica della scoperta” , af- G li astronomi hanno trovato il buco nero stellare più massiccio della nostra galassia, grazie al movimento oscillatorio che induce su una stella compagna. Questa oscillazione è stata misurata per diversi anni con la missione Gaia dell’Agenzia spa- ziale europea. Ulteriori dati provenienti da altri te- lescopi, incluso il Very Large Telescope dell’ESO in Cile, hanno confermato che la massa di questo buco nero, soprannominato Gaia BH3, è 33 volte quella del nostro Sole. La composizione chimica della stella compagna suggerisce che il buco nero si sia formato dopo il collasso di una stella massiccia con pochis- simi elementi pesanti, o metalli, come previsto dalla teoria. Questo video riassume la scoperta. [ESO] bero formarsi dal collasso di stelle con una composizione chimica che vede solo pochissimi elementi più pesanti dell’idrogeno e dell’elio. Si ritiene che queste stelle cosiddet- te “povere di metalli” perdano me- no massa nel corso della propria vita e quindi mantengano una quantità maggiore di materiale per produrre ferma la coautrice Elisabetta Caffau, membro della collaborazione Gaia e scienziata dell’Osservatorio di Pa- rigi del CNRS. Rendere disponibili i dati in anticipo consentirà ad altri astronomi di iniziare a studiare que- sto buco nero da subito, senza do- ver attendere il rilascio dei dati com- pleti, previsto non prima della fine del 2025. Ulteriori osservazioni di questo si- stema potrebbero aver molto da di- re sulla sua storia e sul buco nero stesso. Lo strumento GRAVITY instal- lato sul VLTI (l’interferometro del VLT) dell’ESO, per esempio, potreb- be aiutare gli astronomi a scoprire se questo buco nero sta attirando materia dall’ambiente circostante e a comprendere meglio questo og- getto emozionante. ! ASTROFILO l’
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