l'Astrofilo luglio-agosto 2023

41 LUGLIO-AGOSTO 2023 strano una coppia di quasar che bril- lano a distanza così ravvicinata, so- lamente 10000 anni luce uno dal- l’altro, che le loro galassie ospiti ori- ginali sono probabilmente sulla buo- na strada per diventare un’unica ga- lassia ellittica gigante. Cercare coppie di buchi neri super- massicci così vicini l’uno all’altro du- rante quella prima epoca è come cer- care di trovare il proverbiale ago nel pagliaio. La sfida è che la maggior parte delle coppie di buchi neri sono troppo strette per distinguere i com- tale sistema sono stati trovati nei dati del telescopio spaziale Hubble, che ha rivelato due puntini di luce strettamente allineati nell’universo distante. Per verificare la vera natura di questo sistema, il team ha cercato nel vasto database dell’osservatorio Gaia dell’ESA e ha scoperto che que- sto sistema mostrava un apparente “tremolio”, che poteva essere il risul- tato di cambiamenti sporadici nel- l’attività di alimentazione di un buco nero. Il team ha quindi utilizzato il Gemini Multi-Object Spectrograph (GMOS) e il Gemini Near-Infrared Spectrograph (GNIRS) sul Gemini North, ottenendo misurazioni indi- pendenti della distanza dei due og- getti, confermando che sono en- trambi quasar, piuttosto che un alli- neamento casuale di un singolo qua- sar con una stella in primo piano. Ulteriori studi con il W.M. Keck Ob- servatory, il Karl G. Jansky Very Large Array della NSF e l’Osservatorio a raggi X Chandra della NASA hanno contribuito a confermare queste os- servazioni. “Il processo di conferma non è stato facile e avevamo biso- gno di una serie di telescopi che co- prissero lo spettro dai raggi X alle onde radio per confermare final- mente che questo sistema è davvero una coppia di quasar anziché, ad esempio, due immagini di un quasar con lente gravitazionale” , ha affer- mato il coautore Yue Shen, astro- nomo dell’Università dell’Illinois. “Non vediamo molti doppi quasar in quel periodo primordiale ed è per questo che la scoperta è così ecci- tante. Conoscere la popolazione progenitrice dei buchi neri ci parlerà alla fine dell’emergere di buchi neri supermassicci nell’universo primor- diale e di quanto potrebbero es- sere frequenti queste fusioni” , ha aggiunto lo studente post-laurea Yu-Ching Chen, dell’Università del- l’Il- linois, a Urbana-Champaign, au- tore principale di questo studio, pubblicato sulla rivista Nature . ! I llustrazione della coppia di quasar strettamente le- gati, scoperta dagli astronomi utilizzando una serie di tele- scopi terrestri e spaziali, tra cui Gemini North alle Hawaii. Sono il segno distintivo di una coppia di galassie che si fondono nel- l’universo di tre miliardi di anni. Questa scoperta fa luce sul- l’evoluzione delle galassie nel “mezzogiorno cosmico”, un pe- riodo nella storia dell’universo in cui le galassie subivano esplosioni di furiosa formazione stellare. [International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/ AURA/M. Zamani, J. da Silva] ponenti. Per rilevare definitivamente un tale sistema, i due buchi neri su- permassicci devono accrescersi atti- vamente e brillare come quasar con- temporaneamente, condizioni estre- mamente rare. Statisticamente, per ogni 100 buchi neri supermassicci solo uno dovrebbe accrescersi attiva- mente in un dato momento. Gli astronomi sanno, tuttavia, che l’universo distante dovrebbe essere pieno di coppie di buchi neri super- massicci incorporati all’interno di ga- lassie in fusione. I primi indizi di un ASTROFILO l’

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