l'Astrofilo luglio-agosto 2023

34 LUGLIO-AGOSTO 2023 ASTRO PUBLISHING sità di Firenze e coautrice dello studio pubblicato su The Astrophysical Jour- nal . Usando i dati ottenuti con il VLT dell’ESO in Cile, il gruppo di lavoro ha trovato tre nubi di gas molto di- stanti, osservate quando l’universo aveva solo il 10-15% dell’età attuale, e con un’impronta chimica corrispon- dente a quella che ci aspettiamo dal- le esplosioni delle prime stelle. A seconda della massa delle prime stelle e dell’energia delle loro esplo- sioni, le prime supernove rilasciarono diversi elementi chimici, come carbo- nio, ossigeno e magnesio, che sono presenti negli strati esterni delle stel- le. Ma alcune di queste esplosioni non erano abbastanza energetiche da espellere elementi più pesanti come il ferro, che si trova solo nel nu- cleo delle stelle. Per cercare l’indizio rivelatore che queste primissime stelle siano esplose come supernove a “bassa energia”, l’equipe ha quindi cercato remote nubi di gas povere di ferro e ricche di altri elementi. E han- no trovato proprio quel che cerca- vano: tre nubi distanti, nell’universo primordiale, con pochissimo ferro ma molto carbonio e altri elementi: una sorta di impronta digitale delle esplo- sioni delle primissime stelle. La stessa peculiare compo- sizione chimica è stata os- servata anche in molte stel- le vecchie della nostra ga- lassia, che i ricercatori con- siderano stelle di seconda generazione formate diret- tamente dalle “ceneri” del- le prime stelle. Il nuovo stu- dio ha trovato queste ce- neri nell’universo primor- diale, aggiungendo così un pezzo mancante del puz- zle. “La nostra scoperta a- pre nuove strade per stu- diare indirettamente la na- tura delle prime stelle, com- pletando a pieno gli studi sulle stelle della nostra ga- lassia” , spiega Salvadori. Per rilevare e studiare queste nubi di gas distanti, l’equipe ha utilizzato “fari di luce” noti come quasar, sor- genti molto luminose alimentate da buchi neri supermassicci al centro di galassie lontane. La luce di un qua- sar, viaggiando nell’universo, attra- versa nubi di gas in cui diversi ele- menti chimici lasciano un’impronta nella luce. Per trovare queste im- pronte chimiche, l’equipe ha analiz- U sando il Very Large Telescope dell’ESO, gli astronomi hanno trovato le impron- te lasciate dalle esplosioni delle prime stelle. [ESO] zato i dati di diversi quasar osservati con lo strumento X-shooter installato sul VLT dell’ESO. X-shooter divide la luce in una gamma molto ampia di lunghezze d’onda, o colori, il che lo rende uno strumento unico con cui identificare molti elementi chimici diversi nelle nubi lontane. Questo studio apre nuove finestre per i telescopi e gli strumenti di pros- sima generazione, come l’ELT (Extre- mely Large Telescope) dell’ESO ora in costru- zione e il suo strumento ANDES (ArmazoNes high Dispersion Echelle Spec- trograph, uno spettro- grafo ad alta disper- sione per il sito di Arma- zones). “Con ANDES al- l’ELT potremo studiare in maggior dettaglio molte di queste rare nubi di gas e riusciremo finalmente a svelare la misteriosa natura delle prime stelle” , conclude Valentina D’Odorico, ri- cercatrice dell’INAF (Isti- tuto Nazionale di Astro- fisica) e coautrice dello studio. Q uesta illustrazione mostra una nube di gas distante che con- tiene diversi elementi chimici, qui illustrati con rappresenta- zioni schematiche di vari atomi. [ESO/L. Calçada, M. Kornmesser] ! ASTROFILO l’

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=