l'Astrofilo luglio-agosto 2022
19 LUGLIO-AGOSTO 2022 ASTRO PUBLISHING torno a M87*, più grande, in Sgr A*, molto più piccolo, completa un’orbita in pochi minuti. Ciò significa che la lumi- nosità e la configu- razione del gas in- torno a Sgr A* cam- biavano rapidamen- te mentre la colla- borazione EHT lo osservava, un po’ co- me cercare di scat- tare una foto nitida di un cucciolo men- tre insegue la pro- pria coda”. I ricercatori hanno dovuto sviluppare nuovi strumenti so- fisticati che tenes- sero conto del mo- to del gas intorno a Sgr A*. Mentre M87* era un obiettivo più fa- cile e più stabile, poiché quasi tutte le immagini si asso- migliavano, questo non era il caso per Sgr A*. L’immagine di quest’ultimo buco nero è una media delle diverse immagini estratte dal gruppo di la- voro e rivela finalmente per la prima volta il mostro che si nasconde nel cuore della nostra galassia. L’impresa è stata possibile grazie al- l’ingegno di oltre 300 ricercatori provenienti da 80 istituti di tutto il mondo che costituiscono la Collabo- razione EHT. Oltre a sviluppare stru- menti complessi per superare le sfide insite nel ritrarre Sgr A*, l’equipe ha lavorato rigorosamente per cinque anni, utilizzando supercomputer per combinare e analizzare i propri dati, compilando nel frattempo una libreria senza precedenti di buchi neri simulati da confrontare con le osservazioni. ASTROFILO l’ U na mappa globale che mostra i radiotelescopi che formano la rete EHT (Event Horizon Telescope) utilizzata per produrre l’immagine del buco nero centrale della Via Lattea, Sagittarius A*. I tele- scopi evidenziati in giallo facevano parte della rete EHT durante le osservazioni di Sagittarius A* nel 2017. Tra questi ALMA (Atacama Large Millimeter/submillimeter Array), APEX (Atacama Pathfinder EXperiment), il telescopio IRAM di 30 metri, il James Clark Maxwell Telescope (JCMT), il Large Milli- meter Telescope (LMT), il Submillimeter Array (SMA), il Submillimeter Telescope (SMT) e il South Pole Telescope (SPT). Sono invece evidenziati in blu i tre telescopi aggiunti alla collaborazione EHT dopo il 2018: il Greenland Telescope, il NOrthern Extended Millimeter Array (NOEMA) in Francia e il telescopio ARO di 12 metri dell’Università dell’Arizona a Kitt Peak. [ESO/M. Kornmesser] Gli scienziati sono particolarmente entusiasti di avere finalmente le im- magini di due buchi neri supermas- sicci di dimensioni molto diverse, il che che offre l’opportunità di capire come si confrontano e in cosa diffe- riscono. I ricercatori hanno anche iniziato a utilizzare i nuovi dati per verificare teorie e modelli di come il gas si comporta intorno ai buchi neri supermassicci. Questo processo non è ancora del tutto compreso, ma si ritiene che svolga un ruolo chiave nel plasmare la formazione e l’evo- luzione delle galassie. “Ora possiamo studiare le differenze tra i due buchi neri supermassicci per ottenere nuovi preziosi indizi su questo importante processo” , ha af- fermato lo scienziato dell’EHT Keii- chi Asada, dell’Istituto di Astrono- mia e Astrofisica, Academia Sinica, Taipei. “Abbiamo immagini per due buchi neri −alle due estremità della distribuzione di massa dei buchi neri supermassicci nell’universo− quindi possiamo progredire molto più di prima nella verifica del comporta- mento della gravità in questi am- bienti estremi.” I progressi sull’EHT continuano: un’importante campa- gna di osservazione nel marzo 2022 ha incluso un numero ancora mag- giore di telescopi. La continua espan- sione della rete EHT e significativi aggiornamenti tecnologici consen- tiranno agli scienziati nel prossimo futuro di mostrare immagini ancora più impressionanti e anche filmati di buchi neri. !
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