l'Astrofilo luglio-agosto 2021
11 LUGLIO-AGOSTO 2021 ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’ U na rappresentazione fantasiosa di vulcani attivi su Venere, raffigu- rante una zona di subduzione in cui la crosta in primo piano si tuffa all’in- terno del pianeta nella fossa topogra- fica. [NASA/JPL-Caltech/Peter Rubin] nere per considerare, proprio come è stato fatto in modo così efficace per Marte, se la sua antica superficie fosse più ospitale di quella odierna. Pianeti extrasolari − Questa rivista ha spesso discusso di abitabilità e, anche più recentemente, di tecno- marcatori, per i quali l’attenzione verso i pianeti rocciosi delle Goldi- locks Zones sembra essere ancora molto al centro di discussioni, all’in- terno della comunità più ampia. Questo rende il paradosso della tri- pletta Venere-Terra-Marte così inte- ressante: Marte è a malapena abita- bile, ma almeno, in termini di condi- zioni della superficie, i suoi giorni mi- gliori non sono troppo dissimili da quelli che alcuni sulla Terra conside- rerebbero estremamente scomodi. Detto questo, visitatori terrestri non potrebbero lamentarsi della tempe- ratura (e delle radiazioni, se le loro tute fossero adeguatamente equi- paggiate), indossando una tuta mol- to meno ingombrante di quella in- dossata dagli astronauti che ese- guono la manutenzione sulla ISS. La Terra è ovviamente la Terra e for- nisce un’ampia gamma di condizioni ambientali, ma nessuna superficie estrema è così ampia che una forma di vita non possa esservi trovata o addirittura prosperarvi. Venere è la stranezza in questa serie: ci aspetteremmo temperature su- perficiali più elevate e condizioni ambientali più difficili in generale, semplicemente per la sua vicinanza al Sole. L’ambiente venusiano è in- vece severo oltre la nostra attuale ca- pacità di spiegare perché sia così. In letteratura sono riportati modelli di vulcanismo, collisioni catastrofiche e persino evaporazione oceanica per spiegare come una quantità talmen- te massiccia di CO 2 atmosferica possa essere stata rilasciata nel tempo per favorire l’effetto serra incontrollato del pianeta. Una maggiore abbon- danza di alcuni isotopi degli ele- menti nobili è indicatrice di determi- nati fenomeni atmosferici e geochi- mici che sono potenziali spiegazioni per le condizioni attuali su Venere. Si potrebbe scoprire che nei sistemi so- lari simili al nostro per numero e col- locazione planetaria tutti i pianeti rocciosi vicini al Sole subiscono gli stessi tipi di evoluzione che ha il no- stro sistema. Oppure, potremmo sco- prire che la ragione delle condizioni brutali di Venere è unica per la sua stessa evoluzione e che i pianeti si- mili in altri sistemi solari sono più ospitali, rendendoli più adatti a sup- portare la vita. Se tutto andrà come previsto, entrambe le missioni sa- ranno lanciate fra il 2028 e il 2030. Saranno poi seguite da una missione dell’Agenzia spaziale europea (ESA) annunciata di recente e chiamata En- Vision, il cui lancio è previsto per i primi anni 2030. !
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