l'Astrofilo luglio-agosto 2020

LUGLIO-AGOSTO 2020 (che dal 2012 al 2017 ha osservato sei ammassi di ga- lassie molto di- stanti) ha prodotto le osservazioni più profonde mai fatte di ammassi di ga- lassie e delle galas- sie situate dietro di essi, che sono sta- te intensificate dal- l’effetto della lente gravitazionale, ri- velando in tal mo- do galassie da 10 a 100 volte più de- boli di qualsiasi al- tra precedente- mente osservata. Le masse degli am- massi di galassie in primo piano sono abbastanza grandi da piegare e inten- sificare la luce pro- veniente dagli og- getti più distanti dietro di loro. Ciò consente a Hubble di utilizzare que- ste lenti d’ingran- dimento cosmiche per studiare ogget- ti che vanno oltre le sue capacità ope- rative nominali. Bhatawdekar e il suo team hanno sviluppato una nuova tecnica che ri- muove la luce delle brillanti galassie in primo piano, che generano le lenti gravitazionali. Ciò ha permesso loro di scoprire galassie con masse infe- riori rispetto a quelle osservate in precedenza con Hubble, a una di- stanza corrispondente a quando l’universo aveva meno di un miliar- do di anni. A questo punto nel tempo cosmico, la mancanza di evidenza di popola- zioni stellari esotiche e l’identifica- Q uesta immagine del telescopio spaziale Hubble mostra l’ammasso di galassie MACS J0416. È uno dei sei ammassi studiati dal programma Hubble Frontier Fields, che ha prodotto le immagini più profonde di lenti gravitazionali mai realizzate. Gli scienziati hanno usato la luce intra-ammasso (visibile in blu) per studiare la distribuzione della mate- ria oscura all’interno dell’ammasso. [NASA, ESA, and M. Montes (University of New South Wales, Sydney, Australia)] zione di molte galassie a bassa massa suggerisce che tali galassie siano i candidati più probabili per la reioniz- zazione dell’universo. Questo perio- do di reionizzazione nell’universo primordiale è quando il mezzo inter- galattico neutro fu ionizzato dalle prime stelle e galassie. “Questi risul- tati hanno profonde conseguenze astrofisiche, poiché dimostrano che le galassie devono essersi formate molto prima di quanto pensassimo” , ha affermato Bhatawdekar. “Ciò sup- porta anche fortemente l’idea che le galassie deboli a bassa massa nel- l’universo primordiale siano respon- sabili della reionizzazione.” I risultati suggeriscono anche che la prima for- mazione di stelle e galassie si è veri- ficata molto prima di quanto si possa sondare con il telescopio spaziale Hubble. Ciò lascia aperta un’entu- siasmante opportunità di ulteriori ri- cerche per il prossimo James Webb Space Telescope: studiare le prime galassie dell’universo. ASTROFILO l’ !

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