l'Astrofilo luglio-agosto 2020

LUGLIO-AGOSTO 2020 campo magnetico. “Sono simili ai brillamenti che vediamo sul Sole, ma dieci milioni di volte più energici” , afferma il co-autore dello studio Henri Boffin, astronomo presso la se- de dell’ESO in Germania. “Tale com- portamento non era certo previsto e sottolinea l’importanza dei campi magnetici nello spiegare le proprie- tà di queste stelle.” Dopo sessant’anni di tentativi di comprendere la natura delle stelle estreme del ramo orizzontale, gli astronomi ora ne hanno un quadro più completo. Inoltre, questa sco- perta potrebbe aiutare a spiegare l’origine dei forti campi magnetici in molte nane bianche, oggetti che rap- presentano lo stadio finale della vita delle stelle simili al Sole e mostrano varie somiglianze con le stelle estre- me del ramo orizzontale. “ Il quadro complessivo, in realtà,” dice David Jones, ex-Fellow dell’ESO e ora pres- so l’Instituto de Astrofísica de Cana- rias, in Spagna, “è che i cambiamenti di luminosità di tutte le stelle calde, dalle giovani stelle simili al Sole, alle vecchie stelle estreme del ramo oriz- zontale, alle nane bianche morte da tempo, potrebbero essere tutti colle- gati. Questi oggetti possono quindi essere intesi collettivamente come tormentati da macchie magnetiche sulla superficie.” dell’ESO e co-autore dello studio: “queste stelle sono tormentate da macchie superficiali!” Le macchie delle stelle estreme del ramo orizzontale appaiono significa- tivamente diverse dalle macchie scu- re del Sole, ma entrambe sono pro- dotte dalla presenza di campi ma- gnetici. Le macchie delle stelle calde ed estreme sono più luminose e più calde della superficie stellare circo- stante, a differenza del Sole per cui le macchie appaiono scure poiché so- no più fredde dei dintorni. Le macchie sulle stelle estreme del ramo orizzontale sono anche signifi- cativamente più grandi delle macchie solari, arrivando a coprire fino a un quarto della fotosfera. Inoltre sono incredibilmente persistenti, durano infatti per decenni, mentre le singole macchie solari sono effimere, durano solo pochi giorni o al massimo qual- che settimana. Durante la rotazione delle stelle calde, le macchie sulla su- perficie appaiono e scompaiono, cau- sando cambiamenti di luminosità os- servabili. Oltre alle variazioni di luminosità dovute alle macchie, i ricercatori hanno scoperto anche un paio di stelle estreme del ramo orizzontale che mostravano superbrillamenti: improvvise esplosioni di energia, un altro segnale della presenza di un Per arrivare a questo risultato, gli astronomi hanno utilizzato diversi strumenti installati sul VLT (Very Large Telescope (VLT) dell’ESO, tra cui VIMOS, FLAMES e FORS2, nonché OmegaCAM installato sul VST (VLT Survey Telescope) all’Osservatorio del Paranal. Hanno anche impiegato UL- TRACAM sull’NTT (New Technology Telescope) all’Osservatorio di La Silla dell’ESO, sempre in Cile. La svolta è arrivata quando l’equipe ha osser- vato le stelle nella regione dello spet- tro dell’ultravioletto vicino, consen- tendo di rivelare all’interno dell’am- masso globulare le stelle più calde ed estreme che spiccano luminose ri- spetto alle stelle più fredde. L e macchie delle stelle estreme del ramo orizzontale (a destra) appa- iono significativamente diverse dalle macchie scure del Sole (a sinistra), ma entrambe sono prodotte dalla pre- senza di campi magnetici. Le macchie delle stelle calde ed estreme sono più luminose e più calde della superficie stellare circostante, a differenza del Sole per cui le macchie appaiono scure poiché sono più fredde dei dintorni. Le macchie sulla superficie delle stelle estreme del ramo orizzontale sono anche significativamente più grandi delle macchie solari, arrivando a co- prire fino a un quarto della superficie della stella. Le macchie solari sono di dimensioni diverse, ma tipicamente grandi come un pianeta di tipo terre- stre, ovvero 3000 volte più piccole delle macchie gigantesche delle stelle estreme del ramo orizzontale. [ESO/ L. Calçada, INAF-Padua/S. Zaggia] ! ASTROFILO l’

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=