l'Astrofilo luglio-agosto 2019

45 LUGLIO-AGOSTO 2019 CRONACHE SPAZIALI mare i candidati ammassi globulari e distinguerli da al- tre fonti luminose come stel- le e galassie lontane. Per fare ciò, bisogna prendere spettri per mostrare che ogni am- masso ha una popolazione coeva di vecchie stelle e ap- partiene realmente alla ga- lassia studiata. Per Divakara Mayya, ricerca- trice presso l’Instituto Nacio- nal de Astrofísica, Óptica y Electrónica (INAOE) e se- condo autore dell’articolo, “Le osservazioni con GTC e OSIRIS sono essenziali per il successo dello studio, perché gli oggetti sono abbastanza lontani e quindi hanno biso- gno di esposizioni di oltre un’ora con il più grande tele- scopio infrarosso ottico al mondo per poter estrarre le informazioni rilevanti dagli spettri.” Lo strumento OSIRIS (Optical System for Imaging and low- Intermediate-Resolution In- tegrated Spectroscopy) è uno spettrografo multi-oggetto costruito presso l’Instituto de Astrofísica de Canarias (IAC) in collaborazione con il Mes- sico, ed è in grado di osser- vare diversi oggetti alla volta. “Avere questa capacità di multiplexing, ovvero otte- nere più spettri simultanea- mente, è fondamentale per questo tipo di studi, ed è possibile su tre degli attuali strumenti del GTC, che co- prono l’ottico e l’infrarosso” spiega Antonio Cabrera, re- ASTROFILO l’ ! sponsabile delle operazioni scientifiche sul GTC. Per que- sto lavoro sono stati osser- vati 23 ammassi globulari candidati in due campi. Il materiale prodotto è un risultato di un progetto più ampio che studierà i sistemi di ammassi globulari in nove galassie a spirale entro un raggio di 52 milioni di anni luce, al fine di esaminare la relazione tra il numero di ammassi globulari e la massa del buco nero centrale nelle galassie a spirale. “Questa relazione è molto stretta per le galassie ellitti- che, ma non è così chiara nelle galassie a spirale, come la Via Lattea,” osserva la ri- cercatrice Lopezlira. “Le nove galassie che inten- diamo studiare hanno una buona stima delle masse dei loro buchi neri centrali, e stanno a distanze dove pos- siamo fare validi studi dei loro ammassi globulari.” Questo recente lavoro con- ferma che esiste una correla- zione tra il numero di am- massi globulari e la massa del buco nero centrale in M106, e comprova l’accuratezza del metodo fotometrico utiliz- zato col GTC. “Studi di que- sto tipo in più galassie a spirale possono chiarire il ruolo delle diverse ipotesi proposte per la formazione delle galassie, quella degli ammassi globulari e dei buchi neri centrali” , conclude il primo autore del lavoro. I mmagine a colori falsi di M106, che combina i dati dell’idrogeno neutro presi usando il Westerbrook Synthesis Radio Telescope (WSRT), in blu, con le immagini ottiche ottenute con CFHT, in verde e rosso. I cerchi gialli evidenziano gli ammassi globulari osservati, che sono disposti su un disco che ruota in fase e alla stessa velocità del gas neutro. [Divakara Mayya (INAOE)]

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