l'Astrofilo luglio-agosto 2016

CRONACHE SPAZIALI detto Alex Parker, del South- west Research Institute, Boulder, Colorado, che ha guidato l'analisi delle imma- gini. La scoperta di una luna può fornire preziose infor- mazioni sul sistema del pia- neta nano. Dalla misurazio- ne dell'orbita della luna, gli astronomi possono calcolare unamassa per il sistema e ot- tenere una conoscenza ap- profondita della sua evolu- zione. Aver scoperto la luna rinforza anche l'idea che la maggior parte dei pianeti nani hanno satelliti. “Make- make è nella classe degli og- getti rari simili a Plutone, pertanto la scoperta di un compagno è importante” , ha detto Parker. “La sco- perta di questa luna ci ha dato un'opportunità per studiare Makemake in più grande dettaglio di quanto saremmo stati in grado di fare senza il compagno.” Scoprire questa luna mi- gliora il confronto fra Plu- tone e Makemake. Entrambi sono già noti per essere ricoperti di metano ghiacciato. Come fatto per Plutone, ul- teriori studi della luna riveleranno fa- cilmente la densità di Makemake, un dato chiave che indicherà se anche la composizione delle masse di Plutone e Makemake sono simili. “Questa nuova scoperta apre un nuovo capitolo della planetologia comparata nel sistema solare esterno” , ha detto il team lea- der Marc Buie, anch'egli del Southwest Research Institute, Boulder, Colorado. Ai ricercatori serviranno più osserva- zioni di Hubble per fare accurate mi- surazioni e per determinare se l'orbita della luna è ellittica o circolare. Stime preliminari indicano che se la luna è in un'orbita circolare, completa un giro attorno a Makemake in 12 giorni o più. Determinare la forma dell'orbita della luna aiuterà a risolvere la que- make. Tuttavia, a meno che Makemake non sia orienta- to in modo particolare, tali macchie scure dovrebbero far variare sensibilmente la luminosità del pianeta nano durante la rotazione. Quelle precedenti osserva- zioni infrarosse non avevano una risoluzione sufficiente a separare Makemake da MK 2. La loro rianalisi del team, basata sulle nuove osserva- zioni di Hubble suggerisce che gran parte del calore su- perficiale precedentemen- te rilevato in luce infrarossa può, in realtà, essere sempli- cemente stato apportato dal- la superficie scura del com- pagno MK 2. Ci sono diversi scenari che possono spiegare perché la luna avrebbe una superficie nero carbone, sebbene or- biti un pianeta nano che è brillante come la neve fre- sca. Un'idea è che, a diffe- renza di oggetti più grandi come Makemake, MK 2 è abbastanza piccolo da non riuscire a mantenere gravitazionalmente at- torno a sé una brillante crosta di ghiaccio, che sublima, trasforman- dosi da solido in gas, sotto la luce so- lare. Ciò renderebbe la luna simile alle comete e ad altri oggetti della fascia di Kuiper, molti dei quali sono coperti di materiali scurissimi. Quando nel 1978 fu scoperto Caron- te, la maggiore luna di Plutone, gli astronomi calcolarono velocemente la massa del sistema. La massa di Plu- tone era centinaia di volte più picco- la della massa inizialmente stimata quando fu trovato nel 1930. Con la scoperta di Caronte, gli astronomi hanno improvvisamente saputo qual- cosa di fondamentalmente differente su Plutone. “È un tipo di misura tra- sformativa consentita in presenza di un satellite” , ha concluso Parker. Q uesta immagine del telescopio spaziale Hubble rivela la prima luna finora scoperta attorno al pianeta nano Makemake. La piccola luna, posta appena sopra Make- make in questa immagine, è a mala pena visibile perché si perde quasi nel bagliore del brillante pianeta nano. [NASA, ESA, A. Parker and M. Buie (Southwest Research Institute), W. Grundy (Lowell Observatory), and K. Noll (NASA GSFC)] n stione della sua origine. Un'orbita cir- colare stretta significherebbe che MK 2 è probabilmente il prodotto della collisione fraMakemake e un altro og- getto della fascia di Kuiper. Se invece la luna fosse in un'ampia e allungata orbita, è più probabile che sia un og- getto catturato dalla fascia di Kuiper. In entrambi i casi, l'evento sarebbe av- venuto diversi miliardi di anni fa, quando il sistema solare era giovane. Questa scoperta può aver risolto un mistero che riguarda Makemake. Pre- cedenti studi nell'infrarosso del pia- neta nano avevano rivelato che men- tre la superficie di Makemake è quasi interamente brillante e molto fred- da, alcune aree sembrano più calde di altre. Gli astronomi avevano suggerito che questa discrepanza poteva essere dovuta al riscaldamento solare di mac- chie scure della superficie di Make- ASTROFILO l’

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