l'Astrofilo luglio-agosto 2016
CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ “Sapevamo da tempo che esami- nando i residui del materiale accre- sciuto di pianeti rocciosi nell'atmo- sfera della loro nana bianca ospite potevamo ottenere maggiori infor- mazioni sulla composizione chimica, e ora sembra che in alcuni casi for- tuiti possiamo pu- re evidenziare spe- cifici strati di un corpo accresciu- to” , ha aggiunto Melis. “I principali me- todi identificativi degli esopianeti non possono dirci di che cosa è fatto un pianeta o qual è la sua struttura.” Mentre la scoperta fornirà una nuova prospettiva per studiare la compo- sizione chimica e la struttura dei pianeti rocciosi, la possibilità che la vita possa aver contribuito alla mineralogia riscon- trata ha certamente affascinato il team. La scoperta dei ricercatori di- mostra che SDSSJ1043+0855 sta accre- scendo la superficie di un corpo che ha picchi di carbonio. Questa caratteri- stica, combinata con i più lievi picchi di calcio e ossigeno, indica la possibi- lità che il materiale giunga in forma di carbonato di calcio, un minerale che è spesso associato qui sulla Terra agli or- ganismi marini dotati di conchiglia. Il carbonato di calcio è interessante come minerale costituente di questo corpo planetario, dal momento che incorporare e trascinare il carbonio negli oggetti rocciosi (soprattutto nelle loro superfici) è difficile. Si dice che i pianeti rocciosi del nostro si- stema solare vivano in un “deserto di carbonio” poiché sono così pesante- mente impoveriti in questo elemento, che la superficie planetaria accre- sciuta da questa nana bianca avrebbe parecchie centinaia di volte più carbo- nio della superficie della Terra. “Tale metodo ci permette di ottenere un vero assaggio di quello che gli alieni potrebbero avere sotto i piedi” , ha detto Melis. “In questo particolare caso, la presenza di simili alti livelli di carbonio è unica e ha davvero biso- gno di essere spiegata. La nostra scelta del carbonato di calcio come potenziale vettore del carbonio, che fornisce a questo elemento un modo naturale per essere bloccato nel pia- neta e alla fine consegnato alla nana bianca, è del tutto consistente con le osservazioni a disposizione ed è ov- viamente suggestiva. Quando la gente pensa di trovare vita extrater- restre, pensa alle sceneggiature di Hollywood. Ma la prima evidenza di vita al di fuori del nostro sistema so- lare giungerà probabilmente in una forma più delicata. Più probabile che no, si presenterà come una firma sfu- mata che potrebbe non essere imme- diatamente riconoscibile.” Anche i processi non biologici pos- sono produrre carbonato di calcio, pertanto la sua presenza non è ne- cessariamente una “pistola fuman- te”, anche se fosse confermata. “Ci sono molti ostacoli da superare pri- ma di poter giun- gere alla conclus- ione che la vita è stata coinvolta in ciò che stiamo os- servando” , ha det- to Dufour. In par- ticolare, la pre- senza dedotta di carbonato di cal- cio deriva dall'e- same dei resti ato- mici dell'evento di accrezione plane- taria nell'atmo- sfera della nana bianca, dopo che la presunta pol- vere derivante dalla demolizione della superficie del pianeta è stata consumata dalla nana bianca. Il prossimo passo sarà guardare alla polvere in forma di minerale prima che cada sulla stella, sia per confer- mare la sua composizione sia per mi- surare la sua concentrazione. “Future osservazioni con il James Webb Space Telescope potranno con- fermare se il carbonato di calcio è pre- sente. Se saremo in grado di arrivare a quel punto, allora ci dovremo chie- dere: ce n'è abbastanza da essere pro- dotto con processi naturali?” , ha concluso Melis. Se la presenza di car- bonato di calcio è ancora in discus- sione, lo studio mostra una forte evidenza che il materiale accresciuto è quasi certamente proveniente dagli strati esterni di un oggetto simile a un pianeta e che le nane bianche mantengono la promessa di infor- marci sulla struttura dei pianeti al di fuori del sistema solare. R appresentazione grafica della superficie del massiccio corpo di tipo plane- tario che viene divorato dalla nana bianca SDSSJ1043+0855. I dati del Keck Observatory e del telescopio spaziale Hubble (nei grafici) mostrano calcio e carbonio, la presenza dei quali può essere spiegata con un modello che sugge- risce che la superficie del pianeta può essere “incrostata” di calcare (carbonato di calcio). Questo materiale è stato rimosso dalla superficie di un corpo roc- cioso massiccio, probabilmente attraverso collisioni su larga scala, poi triturati in un disco di materiale e accresciuti dalla nana bianca (l'oggetto con anello vi- sibile nel cielo del pianeta). [A. Hara/C. Melis/W. M. Keck Observatory] n
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