l'Astrofilo luglio-agosto 2016

incide con il bordo del disco del pianeta). Se Gillon e colleghi non giungeranno a una conclusione in tempi brevi, una risposta de- finitiva arriverà comunque entro pochissimi anni dal James Webb Space Telescope (6,5 metri di diametro), che sarà lanciato nel 2018. Nel frattempo si moltiplicherà sicura- mente il numero di sistemi planetari noti at- torno alle nane ultrafredde, dal momento che è già parzialmente attivo il successore di TRAPPIST, ovvero SPECULOOS (da Search for habitable Planets EClipsing ULtra-cOOl Stars), una schiera di quattro telescopi di 1 metro di diametro ciascuno, che nei prossimi cinque anni monitorerà la luminosità di cir- PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ ca 500 stelle ultrafredde. I grandi telescopi che diverranno operativi nei prossimi anni consentiranno ai ricercatori di determinare anche le masse dei pianeti di TRAPPIST-1, un'impresa oggi impossibile anche per gli spettrometri a più alta risoluzione (come HARPS), che non ricevono abbastanza luce bianca dalla stella (magnitudine 18,8) per poterla analizzare in dettaglio e quindi in- dividuare quelle variazioni di velocità ra- diale necessarie per il calcolo delle masse dei corpi perturbatori. Per far ciò serviranno strumenti appositamente progettati per la radiazione infrarossa, come SPIRou (da SpectroPolarimètre Infra-Rouge), uno spet- tropolarimetro/velocimetro di alta precisione che sarà installato l'anno prossimo al fuoco Cassegrain del Ca- n a d a - F r a n c e - H a w a i i - Telescope (CFHT) e che sarà in grado di registrare spo- stamenti della stella (o, me- glio, di righe caratteristiche del suo spettro) di appena 1 metro per secondo. In alternativa, le masse po- trebbero essere derivate dal- le variazioni dei tempi di transito dei pianeti sul disco stellare, variazioni dovute alle trazioni fra i pianeti stessi che si traducono in an- ticipi e ritardi dei transiti, la cui entità è proporziona- le alle masse coinvolte. Il ri- corso a questo metodo ri- chiederebbe però l'organiz- zazione di un'intensa cam- pagna di monitoraggio fo- tometrico da attuare con i maggiori telescopi esistenti, cosa difficile da realizza- re senza un'adeguata pro- grammazione. Indipenden- temente dalle direzioni lun- go le quali proseguiranno le indagini del sistema di TRAPPIST-1, c'è qualche pro- babilità di scoprire proprio lì il primo pianeta extraso- lare abitabile. n I l veloce moto proprio di TRAP- PIST-1 rispetto ad alcune stelle più lente dell’Acqua- rio: a) 1953, imma- gine della Palomar Observatory Sky Survey; b) 1998, immagine della 2MASS; c) 2015, immagine del te- lescopio TRAPPIST. [M. Gillon et al.] a b c

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