l'Astrofilo luglio-agosto 2015

42 LUGLIO-AGOSTO 2015 CRONACHE SPAZIALI no all'incirca dieci volte la sua massa. Gli astronomi definiscono queste grandi galassie “rosse e morte”, per- ché esibiscono un'abbondanza di vecchie stelle rosse e sono prive di giovani stelle blu, e generalmente non mostrano evidenze di forma- zione stellare. Le età stimate per le stelle rosse suggeriscono che le loro galassie ospiti hanno cessato di pro- durre nuove stelle circa 10 miliardi di anni fa. Questo spegnimento iniziò proprio all'apice della formazione stellare dell'universo, quando molte galassie stavano ancora dando vita a stelle a un ritmo quasi venti volte su- periore a quello attuale. “Gli sferoidi massicci morti conten- gono circa la metà di tutte le stel- le che l'universo ha prodotto duran- te la sua intera esistenza” , ha detto Sandro Tacchella, dell'ETH Zurich, Svizzera, primo autore dell'articolo scientifico riportante i risultati della ricerca. “Non possiamo pretendere di capire come l'universo è evoluto ed è diventato come lo vediamo oggi se non comprendiamo come queste ga- lassie sono evolute.” Tacchella e colleghi hanno osservato un totale di 22 galassie, che coprono una gamma di masse, a partire da circa tre miliardi di anni dopo il Big Bang. I ricercatori hanno utilizzato la Wide Field Camera 3 (WFC3) del tele- scopio spaziale Hubble per scrutare quelle galassie al di fuori dell'atmo- sfera, da dove la WFC3 ha preso im- magini dettagliate nel vicino infra- rosso, rivelando la distribuzione spa- ziale delle stelle più vecchie all'in- terno di galassie che stanno ancora formando stelle. I ricercatori hanno anche usato lo strumento SINFONI sul Very Large Telescope dell'ESO per raccogliere luce dalle galassie e mo- strare con precisione dove stavano sfornando nuove stelle. SINFONI pro- duce questo tipo di dettagliate misu- razioni di galassie distanti grazie al suo sistema di ottica adattiva, che annulla gran parte degli effetti dele- ASTROFILO l’ La morte delle galassie giganti si estende dal nucleo by NASA G li astronomi hanno dimostrato per la prima volta come la for- mazione delle stelle nelle ga- lassie “morte” si spense miliardi di anni fa. Uno dei principali misteri astrofisici è relativo a come le mas- sicce e quiescenti galassie ellittiche, comuni nell'universo contempora- neo, affievolirono il loro furioso rit- mo di formazione stellare. Tali colos- sali galassie, spesso chiamate anche sferoidi a causa della loro forma, ti- picamente riuniscono le stelle nelle loro regioni centrali con una densità dieci volte superiore a quella della nostra galassia, la Via Lattea, e han- Q uesta immagine del telesco- pio spaziale Hubble mostra una galassia ellittica conosciuta come IC 2006. Le galassie ellitti- che massicce come questa sono comuni nell'universo contempora- neo, ma come hanno spento il loro furioso ritmo di formazione stellare è un mistero dell'astrofi- sica. Ora Hubble e il Very Large Telescope dell'ESO hanno svelato che tre miliardi di anni dopo il Big Bang le galassie di questo produ- cevano ancora stelle nelle loro pe- riferie, ma non più nelle regioni interne. Lo spegnimento della for- mazione stellare sembra essere partita nei nuclei delle galassie ed essersi diffusa verso le parti esterne. [ESA/Hubble & NASA]

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