l'Astrofilo luglio-agosto 2015
CRONACHE SPAZIALI un tale alone massiccio era stato os- servato in una galassia vicina. Poiché le galassie studiate in precedenza erano molto più distanti, appari- vano molto più piccole in cielo. Solo un quasar era rilevabile dietro a cia- scuna galassia lontana, fornendo un unico punto luce per mappare le loro dimensioni e la struttura del loro alone. Grazie alla sua vicinanza alla Terra e alla corrispondente- mente più larga impronta lasciata in cielo, Andromeda consente un assai più vasto campionamento di nume- rosi quasar di sfondo. “Mentre la luce dei quasar viaggia verso Hubble, il gas dell'alone assor- birà parte della luce e farà apparire il quasar leggermente più scuro solo in un piccolissimo intervallo di lun- ghezze d’onda” , spiega il co-investi- gatore J. Christopher Howk, anch'egli della Notre Dame. “Misurando la ca- duta di luminosità in quell'interval- lo, possiamo dire quanto gas dell'a- lone di M31 c'è tra noi e quel quasar.” I ricercatori hanno sfrut- tato la capacità unica di Hubble di studiare la luce ultravioletta dei quasar. Quella luce è assorbita dal- l'atmosfera terrestre, che rende molto difficile osser- varla con telescopi al suolo. Il team ha attinto da circa 5 anni di osservazioni me- morizzate nell'archivio di Hubble per condurre que- sta ricerca. Molte prece- denti campagne di Hubble avevano usato i quasar per studiare gas molto più di- stanti di Andromeda (ma nella stessa direzione), per- tanto esisteva già un patri- monio di dati. Ma da dove proviene quel- l'alone gigante? Simula- zioni a larga scala delle galassie suggeriscono che l'alone si è formato contempora- neamente al resto di Andromeda. Il team ha anche stabilito che il gas è arricchito di elementi molto più pe- santi dell'idrogeno e dell'elio, e che la sola via per acquisire tali elementi pesanti è attraverso l'esplosione di supernovae. Queste scoppiano nel disco pieno di stelle di Andromeda e violentemente soffiano quegli ele- menti lontano nello spazio. Durante l’intera vita di Andromeda, quasi la metà di tutti gli elementi pesanti prodotti dalle sue stelle sono stati espulsi ben oltre il disco stellare di 200000 anni luce di diametro della galassia. Che cosa significa questo per la Via Lattea? Poiché noi viviamo all'in- terno di essa, gli astronomi non pos- sono determinare se un simile ed egualmente massiccio alone esiste anche attorno alla nostra galassia oppure no. Si tratta di un caso in cui “non si è in grado di vedere la fore- sta a causa degli alberi”. Se la Via Lattea possedesse un equivalente gi- gantesco alone, gli aloni delle due galassie potrebbero già quasi toc- carsi e tranquillamente fondersi molto prima che le due stesse mas- sicce galassie collidano. Le osserva- zioni di Hubble indicano che Andro- meda e Via Lattea si fonderanno per formare una gigantesca galassia ellittica a iniziare da 4 miliardi di anni da ora. Q uesto diagramma mostra come i ricercatori hanno determi- nato la dimensione dell'alone della galassia di Andromeda. Poiché il gas nell'alone è oscuro, il team lo ha misurato sfruttando la luce proveniente da quasar lontani, che sono brillanti nuclei ga- lattici attivi molto distanti, alimentati da buchi neri. Essi hanno os- servato la luce dei quasar dopo che questa è transitata nel gas interposto. Il gas dell'alone ha assorbito parte di quella luce e ha reso i quasar leggermente più oscuri in un piccolissimo intervallo di lunghezze d'onda. Misurando la minuscola caduta di luce in quello specifico intervallo, i ricercatori possono stimare quanto gas c'è tra noi e ogni quasar. Alcuni di essi non mostrano cadute di luminosità e ciò aiuta a definire la dimensione dell'alone. [NASA, ESA, A. Feild (STScI), N. Lehner and J.C. Howk (University of Notre Dame), and B. Wakker (University of Wisconsin, Madison)] n ASTROFILO l’
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=