l'Astrofilo luglio-agosto 2015
A sinistra, Cere- re ripreso il 5-6 maggio da una distanza di 13600 km. Le due chiazze brillanti poste sul fondo di un cratere erano già evidentissime. Qui sotto vedia- mo l’enigmatica struttura fotogra- fata in dettaglio il 6 giugno scorso. La chiazza princi- pale, si trova esattamente al centro del cra- tere, ed è ampia circa 13 km. Nel video a sinistra troviamo Cerere come visto da Dawn ad altezze variabili fra i 13600 km e i 5100 km. [NASA/ JPL- Caltech/UCLA/ MPS/DLR/IDA] PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ In attesa di conoscere composi- zione e origine di quei depositi brillanti, è già possibile tentare un confronto di massima tra le superfici di Cerere e Vesta, per- ché se è vero che hanno molto in comune, come ad esempio l'abbondanza di crateri, è an- che vero che Cerere sembra a- ver avuto una maggiore attivi- tà superficiale, come testimo- niano vari territori interessati da eventi fra- nosi, da flussi di materiali un tempo fluidi, nonché da collassi strutturali. Dopo aver orbitato sette volte at- torno a Cerere alla quota di 4400 km, fornendo tra l’altro preziose informazioni geologiche e spettro- metriche, anche nell'infrarosso, il 28 giugno Dawn ha riacceso il mo- tore a ioni e ha iniziato nuova- mente a scendere verso un'orbita più piccola, che la porterà all'inizio di agosto a raggiungere una quota di appena 1450 km. Avremo sicu- ramente occasione di tornare in futuro sull'argomento. orbita, il 23 aprile Dawn aveva preso usa serie di immagini utili per la corretta navi- gazione, nelle quali è stata raggiunta una risoluzione di 480 metri/pixel. Queste e al- tre ottime immagini prese successivamente hanno permesso di confermare che i due gruppi di chiazze brillanti sono le strutture più riflettenti dell'intero globo e che consi- stono di numerose macchiette singole di dif- ferenti forme e dimensioni, con concentra- zione crescente verso l'interno dei due rag- gruppamenti. A proposito di quelle strut- ture, così commentava Russell: “The bright spots in this configuration make Ceres uni- que from anything we've seen before in the solar system. The science team is working to understand their source. Reflection from ice is the leading candidate in my mind, but the team continues to consider alternate possi- bilities, such as salt. With closer views from the new orbit and multiple view angles, we soon will be better able to determine the nature of this enigmatic phenomenon” . n
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