l'Astrofilo maggio-giugno 2014

31 MAGGIO-GIUGNO 2014 PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ nuato a credere nell'esistenza del pianeta X, esultando ogni volta che, a partire dagli anni '90, venivano scoperti oggetti tran- snettuniani, come Quaoar, Sedna, Eris e tanti altri, tutti immancabilmente ri- sultati di dimensioni trascurabili, tutt'al più paragonabili a quelle di Plutone e quindi inseriti as- sieme a quest'ultimo nella ca- tegoria dei pianeti nani. Poiché la possibile natura e la collocazione del pia- neta X si sono adattate nel tempo alle cono- scenze astronomiche e alle esigenze di spie- gare fenomeni anche non strettamente a- stronomici, a partire dagli anni '80 sono state sviluppate anche ipotesi al- ternative al classico corpo pla- netario. Una famosa è quella che ammette l'esistenza di un'oscura compagna del Sole, forse una nana rossa molto debole, forse una nana bruna, che fu chiamata Nemesis. La scelta del nome di una dea giustiziera della mitologia greca va ricercata nel fatto che l'ipotetico oggetto stellare o substellare veniva rite- nuto responsabile di presunte cicliche estin- zioni di massa, intervallate di circa 26 mi- lioni di anni, innescate dal suo passaggio nella Nube di Oort, che avrebbe sospinto grandi quantità di comete nel sistema so- lare interno, alcune della quali finite contro il nostro pianeta. Dopo che analisi paleontologiche più accu- rate hanno dimostrato in tempi più recenti che non ci sono evidenti ciclicità nelle estin- zioni di massa, anche la variante Nemesis ha perso credibilità, non senza comunque qualche ritorno di fiamma, l'ultimo del 2010, che raddoppia la periodicità delle estinzioni, senza però trovare riscontri in cielo, dove un oggetto come Nemesis sa- rebbe dovuto già cadere nella rete dei nu- merosi telescopi infrarossi orbitanti, che negli ultimi decenni hanno setacciato l’in- tera volta celeste. Un'altra variante del pianeta X era stata proposta alla fine degli anni '90 per inter- pretare un'anomalia nelle traiettorie delle comete di lungo periodo, provenienti dalla Nube di Oort. Ci si aspettava che quelle co- mete provenissero casualmente da qualun- S ullo sfondo, un rendering di WISE in orbita at- torno alla Terra. A sinistra, il gra- fico indica i limiti osservativi di WISE, in base alla massa (Giove=1) e alla distanza dal Sole dei corpi planetari. [Penn State University]

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=