l'Astrofilo maggio-giugno 2014

CORPI MINORI ASTROFILO l’ native per quelle strutture. Non possono, ad esempio, rappresentare tracce di una attività cometaria come quella osservata su Chiron. Al contrario quegli eventi secondari si adattano per- fettamente all'interpreta- zione che vede i due anelli aver raggiunto l'inclinazio- ne più favorevole alla loro visibilità (60°) nel '96-97, ed essersi invece presentati di taglio nel 2008 (confor- memente ai movimenti or- bitali relativi di Chariklo e Terra). Questo scenario for- nisce la più semplice spie- gazione possibile alla già accennata variabilità foto- metrica dell'asteroide e al- la sparizione-riapparizione della banda di assorbimen- to del ghiaccio d'acqua, e- lemento che evidentemen- te domina gli anelli e scende al disotto della soglia di visibilità quando gli stessi sono in- visibili (perché di taglio). Se ammettiamo che la variabilità fotome- trica del sistema di Chariklo è interamente attribuibile alle variazioni geometriche de- gli anelli, ne deriva che la loro albedo (riflet- tività superficiale) è circa 0,09, un valore più elevato di quello dell'asteroide e degli anelli di Urano (0,05), ma inferiore a quello del- l'anello A di Saturno (0,3). N ello schema in alto vedia- mo come i vari osservatori hanno registrato l’occul- tazione stellare che ha avuto per protagonista il si- stema di Chariklo. I segmenti verdi rappresentano le registrazioni più affidabili (la lun- ghezza è propor- zionale al margi- ne di errore). [F. Braga-Ribas et al.] Nel video, rappre- sentazione del- l’occultazione, vista da una posi- zione particolar- mente favorevole. [ESO/L. Calçada] A seconda dello spessore che si attribuisce agli anelli di Chariklo e dei modelli che si adottano per interpretarne l'evoluzione, si trova che la loro esistenza dovrebbe durare da poche migliaia di anni a pochi milioni di anni. Pertanto, o sono strutture molto gio- vani oppure su di esse agisce un meccani- smo di confinamento simile a quello dell'a- nello F di Saturno, però in questo caso posto in essere da un satellite di massa paragona- bile a quella degli anelli stessi. Finora nessun satellite è stato scoperto in or- bita attorno a Chari- klo, ma l'ipotesi è pla- usibile, visto che alme- no il 5% dei centauri ospitano satelliti. In aggiunta alla que- stione della lunga persistenza di quegli anelli, ce n'è un’altra non meno importan- te da risolvere. Come si sono formati? Braga-Ribas e colle- ghi propongono di-

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