l'Astrofilo maggio-giugno 2014

CORPI MINORI ASTROFILO l’ (quella proiettata durante i pochi minuti di durata del fenomeno). È quindi importante disporre di punti di osservazione anche lungo i confini teorici della fascia d'ombra, perché la non registrazione dell'occultazio- ne per alcuni osservatori è importante quan- to l'avvenuta registrazione da parte di altri. L'osservazione di que- sto tipo di fenomeni è un'attività di routine per gli astronomi, se ne verificano infatti moltissime durante l'anno, parecchie di esse anche alla portata di piccoli telescopi. Ma quelle che coinvol- gono oggetti partico- larmente interessanti sono rare e una di queste era proprio quella che aveva per protagonista Chariklo. Come tutti i centauri, anche Chariklo ha un'orbita instabile sul lungo periodo e con- formata in modo tale da farlo muovere fra i pianeti giganti del si- stema solare, nella fat- tispecie fra Saturno e Urano, con una “pre- dilezione gravitazio- nale” per quest'ulti- mo, al quale è quasi le- gato da una risonan- za orbitale 4:3 (l'anno di Chariklo dura 63,17 anni terrestri, quello di Urano 84,32 anni terrestri, quindi 4 an- ni del primo durano quasi quanto 3 anni del secondo). Scoperto nel 1997 da James Scotti (Space- watch program), Cha- riklo aveva scalzato dalla posizione di centauro più grande il già menzionato e ben più celebre Chiron: 250 km di diametro il primo, 230 km il secondo. Oltre alla neces- sità di verificare le dimensioni dell'asteroide, stimate inizialmente dalle proprietà termi- che e dall'albedo (e poi effettivamente con- fermate dall'osservazione dell'occultazione), gli astronomi volevano sfruttare l'evento I l sistema di Cha- riklo “visto” da poche migliaia di chilometri di di- stanza. L’astero- ide ha un’albedo molto bassa, circa la metà di quella degli anelli. Nel video a destra viene simulato l’avvicinamento all’asteroide (rappresentato con la sua forma più probabile). [ESO/L. Calçada M. Kornmesser N. Risinger]

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