l'Astrofilo maggio-giugno 2014

ESOPIANETI ASTROFILO l’ liquida l'eventuale ac- qua presente sulla sua superficie, almeno nel- le regioni più miti e durante i periodi di massima insolazione. (Si consideri che at- torno a mezzogiorno Kepler-186 è lumino- sa nel cielo di Kepler- 186f quanto lo è il So- le nei nostri tramon- ti.) Una temperatura favorevole al suolo e la conseguente pre- senza di acqua liquida sono però fortemen- te dipendenti dall'esi- stenza, dalla compo- sizione e dallo spes- sore di un'atmosfera, sulla cui possibile esi- stenza non sappiamo nulla. I modelli sull'e- voluzione termica dei pianeti prevedono che un oggetto con diametro inferiore a 1,5 diametri terrestri ha pochissime probabilità di conservare a lungo un'atmosfera domi- nata da idrogeno ed elio. Alla distanza di Kepler-186f, questi elementi evaporereb- bero nelle prime fasi di esistenza di una nana rossa, dato che quelle stelle vanno soggette a un'attività superficiale molto vi- vace ed emettono intensi flussi di raggi ul- travioletti. È pertanto verosimile che Ke- pler-186f abbia conservato un'atmosfera non eccessivamente dissimile da quella del- la Terra. Più difficile è invece fare valuta- zioni sulla massa di quel pianeta, che può solo essere stimata entro un ampio range di valori, che ha come estremi una composi- zione esclusivamente a base di acqua e una composizio-ne di puro ferro. Nel primo caso Kepler-186f avrebbe una massa pari a 1/3 di quella terrestre, mentre nel secondo caso peserebbe quasi quanto 4 Terre. Se, come sembra più ragionevole, il pianeta dovesse avere una composizione più vicina a quella dei pianeti rocciosi del nostro si- stema solare (circa 2/3 di silicati, 1/3 di ferro- nichel, tracce di acqua e altri elementi), la F ra i quasi 1800 esopianeti già confermati, solo una manciata hanno dimensioni non troppo dissi- mili da quelle della Terra e orbi- tano nella zona abitabile delle loro stelle. Que- sto diagramma li mostra in base a dimensioni, di- stanza dalle stelle ed energia rice- vuta dalle mede- sime (Terra=1). [Chester Harman, PHL/UPR Arecibo, NASA/JPL] sua massa non dovrebbe discostarsi troppo da 1,44 masse terrestri. Da tutto ciò a ipo- tizzare che Kepler-186f possa essere un luogo adatto alla vita il passo è lungo, per- ché numerosissimi altri fattori a noi scono- sciuti possono intervenire a peggiorare ra- dicalmente lo scenario. Non sappiamo ad esempio se il pianeta ruota sul proprio asse o se mostra sempre lo stesso emisfero alla sua stella, come molto probabilmente fan- no gli altri pianeti di Kepler-186. Non sap- piamo nemmeno se possiede un campo ma- gnetico in grado di proteggere un'even- tuale biosfera dalle radiazioni cosmiche. Di fatto sappiamo solo che Kepler-186f esiste, che orbita in una regione favorevole e che ha dimensioni terrestri. Nonostante queste poche cose note, la sua scoperta è il passo più importante che po- tesse ancora essere fatto verso la scoperta di una seconda Terra, e quando nei pros- simi anni gli strumenti a disposizione degli astronomi consentiranno di indagare di- rettamente la sua atmosfera e quelle di pianeti analoghi sapremo se e quanto que- gli ambienti sono vivibili. n

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