l'Astrofilo aprile 2013

SUPERNOVAE ASTROFILO l’ creare un'immagine visibile ricca di informa- zioni precluse alle più tradizionali immagini in luce bianca e infrarossa. Il risultato, che vediamo nelle pagine di apertura, ha messo in evidenza più che mai una struttura molto complessa e asimmetrica, che ha di fatto svelato la dinamica dell'esplosione. La quasi totalità dei residui Ia sono al contra- rio molto simmetrici, indice del fatto che l'espansione della massa della stella esplosa è pressoché uni- forme in ogni di- rezione e non incontra particolari ostacoli strada facendo. La supernova di Keplero ha invece creato un residuo atipico, con un bril- lante arco nella regione settentrionale, fonte di una parte cospicua dell'emissione X. I due gruppi di ricerca che hanno utilizzato l'immagine fornita da Chandra (uno coordi- nato da Daniel Patnaude, dello Smithsonian Astrophysical Observatory di Cambridge, Massachusetts, l'altro coordinato da Mary Burkey, della North Carolina State Univer- sity) sono giunti a risultati simili e comple- mentari, partendo dal presupposto che l'arco brillante del residuo non può che rap- presentare il fronte di un'onda d'urto gene- rata dall'impatto del residuo in espansione contro una preesistente massa di gas e pol- veri interstellari. Questa interpretazione si presta però a due diversi scenari che pos- sono differire per il tipo di innesco della su- pernova. Nel primo scenario, la massa incontrata dall'esplosione era stata prece- dentemente rilasciata dalla stessa coppia di stelle artefici del cata- strofico evento, attraverso poderosi venti. Il ve- loce moto co- mune delle d u e stelle nel- lo spazio e il sommarsi della massa persa con il classico gas inter- stellare nella dire- zione del movimen- to avrebbe creato la regione a maggiore densità poi investita e surriscaldata dall'esplo- sione. Se c'è stata una gra- duale e rilevante perdita di massa, non può che aver inte- ressato una stella normale, non degenere, quindi l'eventuale conferma di questo scenario di- mostrerebbe che la supernova di Keplero si formò a seguito del tra- sferimento di materia da una stella gigante a una nana bianca. Lo stesso non può invece dirsi per il secondo sce- nario, nel quale viene contemplata la possibilità che l'arco brillante nei raggi X sia semplicemente il risultato dell'incontro fra “detriti” della deflagrazione e il classico gas interstellare, più denso (per motivi ignoti) in corrispondenza dell'arco che non

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