l'Astrofilo aprile 2012

COSMOLOGIA ASTROFILO l’ sono consistenti con l’aspettativa che gli am- massi diventino piuttosto rari nel giovane uni- verso: a dispetto del fatto che possanno esse- re rilevati con eguale facilità se vicini o lon- tani, l’86% di quelli finora confermati mostra redshift inferiori a 0.3. Il fatto che gli ammassi ad alto redshift siano rari è ciò che rende interessante la recente scoperta, fatta con l’Atacama Cosmology Te- lescope, di un ammasso a redshift 0.87. Noto con la sigla ACT-CL J0102−4915, ma sopran- nominato El Gordo (il ciccione), è il più mas- siccio e più caldo ammasso finora scoperto a redshift superiori a 0.6. Individuato inizial- mente attraverso l’effetto SZ, El Gordo è stato ora osservato nei raggi X dal satellite Chan- dra, e sono stati raccolti spettri di molte delle sue galassie, determinando così il redshift del- l’intero ammasso. Si ritiene che l’oggetto si sia recentemente fuso con un altro ammasso leg- germente più piccolo, e questa conclusione unita ad altre informazioni aiutano a capire come si formano ed evolvono gli ammassi di galassie. Ma come possiamo trarre certe con- clusioni dalle osservazioni? Ad esempio, come riusciamo a pesare e a misurare quelle gigan- tesche strutture? Un elemento importante da stabilire è la di- stanza degli ammassi. Ciò è possibile osser- vando di quanto le linee negli spettri ottici del- le singole galassie sono spostate rispetto alle lunghezze d’onda di laboratorio a causa del loro moto in allontanamento da noi (è questo il “redshift”). Con la costante di Hubble, che mette in relazione la velocità di recessione con la distanza, possiamo calcolare la distanza degli ammassi. La massa gravitazionale totale di un ammasso può essere invece determinata in più modi, ad esempio dalle stesse velocità che sono state misurate per determinarne la distanza: poiché questa si ottiene dalla media delle ve- locità di recessione delle singole galassie, la dispersione delle velocità che portano a tale media è correlata alla massa gravitazionale totale dell’ammasso (è lo stesso meccanismo F otografia d’au- tore di una delle antenne dell’Owens Valley Radio Observa- tory, impiegate nell’osservazione dell’effetto SZ, che permette di scoprire lontanis- simi ammassi di galassie. [Phillip Highley photo- graphy]

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