l'Astrofilo aprile 2012
PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ Questa conclusione ha una diretta ricaduta sulla struttura interna del pianeta, il quale deve necessariamente essere composto di acqua sino a profondità rilevanti, presen- tandosi sotto l’atmosfera come un vero e proprio waterworld, sebbene molto meno ospitale di quello hollywoodiano. Infatti, come già ricordato, la temperatura su GJ1214b supera i 200°C e per quanto l’ele- vata pressione esercitata dall’atmosfera possa ostacolare un furioso ribollire del- l’oceano globale, la temperatura quella è. Al crescere della profondità, con l’aumento ulteriore della pressione e un probabile calo della temperatura, possono inoltre presentarsi stati dell’acqua per noi molto inusuali, comportandosi essa come un su- perfluido ad altissima conducibilità elet- trica, oppure trasformandosi in ghiaccio bollente. Non si può nemmeno escludere che le com- ponenti fluide del pianeta siano interes- sante da poderose correnti che spostano ingenti masse: perché ciò avvenga è suffi- ciente che il moto rotatorio del pianeta sia sincronizzato con quello di rivoluzione, con- dizione raggiungibile in tempi relativamen- te brevi quando la distanza stella-pianeta è breve come in questo caso. Se è ragionevole che GJ1214b, grazie alla sua forza gravitazionale, possa mantenere in equilibrio l’inviluppo acquoso a dispetto della destabilizzante radiazione prove- niente dalla sua vicinissima stella, non al- trettanto ragionevole è supporre che il pianeta possa essersi formato così com’è su quell’orbita. È indubbio che la nana, soprat- tutto nelle sue fasi giovanili, tipicamente vi- vaci e caratterizzate da un intenso vento stellare, abbia spazzato pressoché tutti gli elementi volatili necessari alla nascita del pianeta fino a distanze supe- rior a quelle del pianeta. È quin- di condivisibile la teoria di Berta e Charbon- neau, che vede GJ1214b nascere in regioni assai più esterne e migrare successivamente nell’attuale posizione, attraverso un mecca- nismo ormai abbastanza chiaro e applicabile a moltissimi altri sistemi planetari. Non pos- siamo sapere quanto tempo abbia richiesto la migrazione, ma sicuramente c’è stata un’epoca in cui la temperatura dell’oceano di GJ1214b poteva essere gradevole per molti organismi terrestri. S e GJ1214 non è rimasto nella zona abita- bile per miliardi di anni, nelle sue acque possono comunque essersi sviluppate forme di vita più eleme- tari, come il no- stro plancton. Il successivo riscal- damento del pia- neta sarebbe però sicuramente risultato fatale a qualunque orga- nismo, con la sola eccezione di eventuali batteri estremofili. [Axa- yacati Molina] n
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