l'Astrofilo aprile 2012
PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ subito piuttosto interessante per via delle sue ridotte dimensioni (dedotte dalla gran- dezza delle occultazioni): con quasi 34200 km di diametro (2,68 volte quello della Terra) si collocava al secondo posto fra gli esopianeti più piccoli. Se aggiungiamo che si trova ad appena 42 anni luce di distanza, va da sé che il suo studio e quello della sua stella risultano particolarmente agevoli. Ad esempio, già esaminando il comportamento delle linee spettrali del sistema è stato pos- sibile risalire alla massa del pianeta, che è pari a 6,55 masse terrestri. Conoscendo volume e massa è stato sem- plice calcolare la densità media, risultata di 1,9 g/cm 3 , un valore a dir poco sorprendente per un pianeta tutto sommato più simile alla Terra che non ai giganti gassosi. Per questi ultimi è normale una densità media vicina a quella dell’acqua, visto che gran parte del loro volume è occupato da gas. A questo proposito, Saturno è un esempio lampante: con i suoi 0,7 g/cm 3 potrebbe (in teoria) gal- leggiare sull’acqua, eppure è 95 volte più pesante della Terra! È proprio la grande massa dei giganti gas- sosi che permette loro di trattenere enormi quantità di gas, cosa evidentemente non possibile per un pianeta come GJ1214b, non molto più grande di quello che abi- tiamo, e che per di più orbita (in sole 38 ore) a pochi milioni di km dalla sua stella. Per quanto nana, questa può pur sempre far salire la temperatura planetaria a cen- tinaia di gradi, favorendo la dispersione dei gas più leggeri. Circa un anno dopo la scoperta di GJ1214b, Jacob Bean e alcuni suoi colleghi del CfA condussero delle analisi sull’atmosfera del pianeta, dalle quali risultava probabile la prevalente presenza di vapore d’acqua, anche se non si potevano escludere miscele più complesse di gas vari e pulviscolo. La questione dell’insolitamente bassa densità U na fantasiosa rappresenta- zione del sistema di GJ1214. La nana rossa ha circa 6 miliardi di anni, una tempe- ratura fotosferica di 2700°C e una luminosità che è appena 3 mille- simi di quella del nostro Sole. [D.A. Aguilar, CfA]
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