l'Astrofilo aprile 2012

13 ASTROFILO l’ APRILE 2012 PLANETOLOGIA C osì potrebbe apparire ogni luogo su GJ1214b: un’illimitata diste- sa di acqua, sotto un cielo rossastro, illuminato da una stella molto vicina ma più piccola e più fredda del Sole. Elevata tem- peratura e alta pressione atmo- sferica rendono però quel mondo per noi invivibile. Ma ora sembra proprio che waterworld sia diventato realtà, il mondo d’acqua ha final- mente un nome, anche se non particolar- mente accattivante: si chiama GJ1214b (GJ è la sigla del catalogo stellare Gliese-Jah- reiß). Era stato scoperto nel 2009 dal team di David Charbonneau (Harvard-Smithso- nian Center for Astrophysics), nell’ambito del progetto MEarth, una campagna osser- vativa condotta con otto piccoli telescopi, destinati a monitorare numerose stelle na- ne di tipo M, al fine di individuare piccole cadute di luce attribuibili al transito di pia- neti sul disco stellare. Il motivo per cui era- no state scelte quel tipo di nane è semplice: oltre che di piccole dimensioni sono anche relativamente poco luminose, proprietà che favorisce l’individuazione dei transiti, con- siderando che il rapporto fra i diametri di stella e pianeta è in questi casi particolar- mente favorevole. Inoltre, la zona abitabile (dove può esistere acqua liquida su un pia- neta roccioso) è molto più vicina a una nana di quanto non accada per una stella di tipo solare (il diametro di GJ1214 è appena 1/5 di quello del Sole), e in pochi mesi di osser- vazione dei transiti è in teoria già possibile scoprire altre “Terre”. Anche se un po’ lontano dal nostro immagi- nario di pianeta abitabile, GJ1214b risultò

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