l'Astrofilo maggio-giugno 2023

22 MAGGIO-GIUGNO 2023 ASTRO PUBLISHING trice Margot Leemker, una dottoran- da presso l’Osservatorio di Leida, in Olanda. L’acqua sotto forma gassosa (vapor acqueo) può essere rilevata grazie alla radiazione emessa dalle molecole mentre ruotano e vibrano, ma questo è più complicato quando l’acqua è ghiacciata e il movimento delle molecole è più limitato. L’acqua gassosa si trova verso il centro dei di- schi, vicino alla stella, dove fa più cal- do. Tuttavia, queste regioni interne sono nascoste dallo stesso disco di polvere e sono anche troppo piccole per essere riprese con i nostri tele- scopi. Fortunatamente, in un recente studio è stato dimostrato che il disco di V883 Orionis è insolitamente cal- do. Una intensa emissione di energia dalla stella riscalda il disco, “fino a una temperatura in cui l’acqua non è più sotto forma di ghiaccio, ma di gas, permettendoci di rilevarla” , dice Tobin. Il gruppo di lavoro ha utiliz- zato ALMA, una schiera di radiotele- scopi nel nord del Cile, per osservare l’acqua gassosa in V883 Orionis. Grazie alla sensibilità e alla capacità di discernere piccoli dettagli dello strumento, i ricercatori hanno po- tuto rilevare l’acqua e determinarne la composizione e inoltre mapparne la distribuzione all’interno del disco. Dalle osservazioni, hanno scoperto che questo disco contiene almeno 1200 volte la quantità di acqua pre- sente in tutti gli oceani della Terra. In futuro, gli autori sperano di utiliz- zare il costruendo telescopio ELT (Ex- tremely Large Telescope) dell’ESO con lo strumento di prima genera- zione METIS. Questo strumento nel medio infrarosso sarà in grado di ri- solvere la fase gassosa dell’acqua nei dischi di questo tipo, rafforzando i vari collegamenti che permetteno il percorso dell’acqua dalle nubi di for- mazione stellare ai sistemi stellari e planetari. “Così avremo una visione molto più completa del ghiaccio e del gas nei dischi che formano i pia- neti” , conclude Leemker. I mmagini ALMA del disco attorno alla stella V883 Orionis, che mostrano la distri- buzione spaziale di acqua (a sinistra, arancione), polvere (al centro, verde) e mo- nossido di carbonio (blu, a destra). Poiché l’acqua gela a temperature più elevate rispetto al monossido di carbonio, può essere rilevata solo in forma gassosa più vi- cino alla stella. L’apparente lacuna nelle immagini dell’acqua e del monossido di carbonio è in realtà dovuta all’emissione luminosa della polvere, che attenua l’emissione del gas. [ALMA (ESO/NAOJ/NRAO), J. Tobin, B. Saxton (NRAO/AUI/NSF)] può essere utilizzato per tracciare quando e dove l’acqua si è formata. Per esempio, è stato dimostrato che in alcune comete del sistema solare questo rapporto è simile a quello del- l’acqua sulla Terra, suggerendo che le comete potrebbero aver fornito acqua alla Terra. Il viaggio dell’acqua, prima dalle nubi alle giovani stelle e poi dalle comete ai pianeti, è già stato osservato in precedenza, ma finora mancava il collegamento tra le giovani stelle e le comete. “V883 Orionis è l’anello man- cante in questo caso” , afferma Tobin. “La composizione dell’acqua nel di- sco è molto simile a quella delle co- mete nel sistema solare. Questa è la conferma dell’idea che l’acqua nei si- stemi planetari si sia formata miliardi di anni fa, prima del Sole, nello spa- zio interstellare, e sia stata ereditata sia dalle comete che dalla Terra, re- lativamente immutata.” Ma osservare l’acqua si è rivelato al- quanto complicato. “La maggior par- te dell’acqua nei dischi che formano i pianeti è congelata, sotto forma di ghiaccio, quindi di solito è nascosta alla nostra vista” , afferma la coau- ! ASTROFILO l’

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