l'Astrofilo maggio-giugno 2020
9 MAGGIO-GIUGNO 2020 CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ Q uesto video mostra una sequenza di ingrandimenti che inizia con una pano- ramica della Via Lattea. Ci immergiamo nella polverosa regione centrale per dare un’occhiata più da vicino. Lì si nasconde un buco nero di massa pari a 4 mi- lioni di masse solari, circondato da uno sciame di stelle che orbitano rapidamente. Per prima cosa vediamo le stelle in movimento, grazie a 26 anni di dati dei tele- scopi dell’ESO. Vediamo poi un primo piano di una delle stelle, nota come S2, che passa molto vicino al buco nero nel maggio 2018. La sequenza finale mostra una simulazione dei movimenti delle stelle. [ESO/GRAVITY Collaboration] Q uesta illustrazione schematica mostra l’orbita di S2 attorno a Sagittario A*, il buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea. Il movimento della precessione è esagerato per una visione più agevole. [ESO/L. Calçada] stella attesta la completezza e l’ac- curatezza della nuova ricerca: l’e- quipe ha effettuato oltre 330 misure in totale, utilizzando gli strumenti GRAVITY, SINFONI e NACO. Poiché S2 impiega diversi anni per com- piere la propria orbita intorno al buco nero supermassiccio, è stato fondamentale seguire la stella per quasi tre decenni, al fine di svelare le complessità del moto orbitale. La ricerca è stata condotta da una equipe internazionale guidata da Frank Eisenhauer dell’MPE con col- laboratori provenienti da Francia, Portogallo, Germania ed ESO. L’equipe forma la collaborazione GRAVITY, che prende il nome dallo strumento sviluppato per l’interfe- rometro del VLT, che combina la luce di tutti e quattro i telescopi di 8 metri del VLT in un supertelesco- pio con una risoluzione equivalente a quella di un telescopio di 130 me- tri di diametro. La stessa squadra ha pubblicato nel 2018 un altro effet- to previsto dalla relatività generale: ha osservato che la lunghezza d’on- da della luce di S2 veniva allunga- ta a lunghezze d’onda più lunghe quando la stella passava vicino a Sa- gittario A*. “Il nostro risultato pre- cedente ha dimostrato che la luce emessa dalla stella obbedisce alla relatività generale. Ora abbiamo di- mostrato che la stella stessa è sog- getta agli effetti della relatività ge- nerale” , afferma Paulo Garcia, ricer- catore presso il Centro portoghese di astrofisica e gravitazione e uno dei principali scienziati del progetto GRAVITY. Con il futuro ELT (Extre- mely Large Telescope) dell’ESO, l’e- quipe ritiene di essere in grado di vedere stelle molto più deboli in or- bite ancora più vicine al buco nero supermassiccio. “Se saremo fortu- nati, potremo catturare stelle abba- stanza vicine da risentire addirittura della rotazione, lo spin, del buco nero” , commenta Andreas Eckart dell’Università di Colonia, un altro dei principali scienziati del pro- getto. Ciò significherebbe che gli astronomi sarebbero in grado di mi- surare le due quantità, spin e massa, che caratterizzano il buco nero di Sagittario A* e definire lo spazio e il tempo intorno a esso. “Sarebbe nuovamente una verifica della rela- tività a un livello completamente di- verso” , conclude Eckart. !
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