l'Astrofilo maggio-giugno 2019

7 L’Event Horizon Telescope cattura la prima immagine di un buco nero spagnola, il deserto cileno di Ata- cama e l’Antartide. Le osservazioni di EHT utilizzano una tecnica chiamata interferometria a lunghissima base (VLBI) che sincronizza i telescopi in tutto il mondo e sfrutta la rotazione del nostro pianeta per formare un enorme telescopio, di dimensioni pari a quella della Terra, che osserva a una lunghezza d’onda di 1,3 mm. Il VLBI consente all’EHT di raggiun- gere una risoluzione angolare di 20 micro-secondi d’arco, sufficiente per leggere un giornale a New York se- duti in un bar a Parigi. I telescopi che hanno contribuito a questo risultato sono stati ALMA, APEX, il telescopio IRAM di 30 metri, il James Clerk Maxwell Telescope, il Large Millimeter Telescope Alfonso Serrano, il Submillimeter Array, il Submillimeter Telescope e il South Pole Telescope. Petabyte di dati grez- Q uesto video riassume l’impresa storica dei ricercatori EHT che sono riusciti a ottenere la prima prova visiva diretta di un buco nero super- massiccio e della sua ombra. [ESO] ! zi dai telescopi sono stati combinati da supercomputer altamente spe- cializzati ospitati negli istituti Max Planck Institute for Radio Astronomy e MIT Haystack Observatory. Le strutture e i finanziamenti euro- pei hanno svolto un ruolo cruciale in questo sforzo mondiale, con la par- tecipazione di telescopi europei avanzati e il sostegno del Consiglio europeo della ricerca, in particolare con una sovvenzione di 14 milioni di euro per il progetto BlackHoleCam. Anche il supporto di ESO, IRAM e Max Planck Society è stato fonda- mentale. “Questo risultato si basa su decenni di esperienza europea nel- l’astronomia millimetrica” , ha com- mentato Karl Schuster, direttore del- l’IRAM e membro del consiglio di amministrazione dell’EHT. La costruzione dell’EHT e le osserva- zioni annunciate oggi rappresentano il culmine di decenni di lavoro osser- vativo, tecnico e teorico. Questo esempio di lavoro di squadra globale ha richiesto una stretta col- laborazione da parte di ricercatori di tutto il mondo. Tredici istituzioni partner hanno collaborato per crea- re l’EHT, utilizzando sia infrastrutture preesistenti sia il supporto di varie agenzie. Il finanziamento principale è stato fornito dalla US National Science Foundation (NSF), dal Consi- glio europeo della ricerca (ERC) e dalle agenzie di finanziamento in Asia orientale. “L’ESO ha l’onore di aver contribuito in modo significativo a questo risul- tato attraverso la sua leadership eu- ropea e il suo ruolo chiave in due dei telescopi componenti di EHT, che si trovano in Cile, ALMA e APEX” , ha commentato il Direttore Generale dell’ESO Xavier Barcons. “ALMA è la struttura più sensibile dell’EHT e le sue 66 antenne ad alta precisione sono state fondamentali nel rendere l’EHT uno strumento di successo.” “Abbiamo realizzato qualcosa che si pensava impossibile solo una gene- razione fa” , ha concluso Doeleman. “Le innovazioni tecnologiche, le connessioni tra i migliori osservatori radio del mondo e gli algoritmi in- novativi hanno collaborato per a- prire una finestra completamente nuova sui buchi neri e sull’orizzonte degli eventi.” ASTROFILO l’

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