l'Astrofilo maggio-giugno 2019

34 MAGGIO-GIUGNO 2019 ASTRONAUTICA Poiché un’orbita inclinata risulta più dispendiosa di un’orbita equa- toriale, le soglie del propellente fu- rono aumentate per sfuggire al confinamento della zona equato- riale. Inoltre, fu eliminata la neces- sità di un sito di backup. Da allora in poi, a un ritardo nel lancio di un massimo di 3 giorni si sarebbe rime- diato facendo un atterraggio con un’angolazione del Sole meno fa- vorevole. Questo allentamento dei vincoli non “apriva” la Luna, poiché i siti ad alta latitudine erano ancora fuori limite, ma offriva un apprez- zato grado di flessibilità. Furono il restringimento dell’ellisse dell’obiettivo e il rigetto del requi- sito che il luogo di atterraggio fosse libero da rilievi del terreno a per- mettere di prendere in considera- zione siti più interessanti. Alcuni geologi proposero di atter- rare all’interno di un grande cratere come Hipparcus o Censorinus, ma il consenso era per il terreno a nord del cratere Fra Mauro. Nel 1962, E.M. Shoemaker e R.J. Hackman avevano pubblicato uno studio stra- tigrafico sul bacino del Mare Im- brium. Nell’estendere questa map- pa attraverso il lato vicino, R.E. Eg- gleton decise di indicare il terreno corrugato periferico come Imbrium ejecta, e lo chiamò Fra Mauro For- mation. Anche se era una singola unità, fu suddivisa in regioni isolate attorno alla periferia del bacino. All’epoca, la comprensione della prima storia lunare si basava sul modo in cui l’ejecta di Imbrium si era sparso su migliaia di chilometri, scolpendo solchi. Datare Imbrium era l’elemento più importante al- l’ordine del giorno, poiché avrebbe fissato nel tempo molte altre strut- ture. Non era solo questione di co- noscere la Luna. I bacini lunari in- dicavano che il giovane sistema so- lare era stato un ambiente molto di- namico. Se la Luna avesse subito un tale bombardamento, lo avrebbe ASTROFILO l’ A POLLO 14 − Alan Shepard sulla superficie lunare, visto dal LM, mentre guarda verso NW. [NASA, Project Apollo Archive]

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