l'Astrofilo maggio-giugno 2018

49 MAGGIO-GIUGNO 2018 CRONACHE SPAZIALI Nell’ultimo decennio, sono stati sco- perti numerosi FELT con scale tempo- rali e luminosità non facilmente spiegabili dai tradizionali modelli di supernova. E, solo pochi FELT sono stati visti nelle ricognizioni del cielo, proprio perché sono così brevi. A dif- ferenza di Kepler, che raccoglie i dati su una zona di cielo ogni 30 minuti, la maggior parte degli altri telescopi osservano a intervalli di pochi giorni. Pertanto spesso passano inosservati o contano solo una o due misura- zioni, rendendo difficile la compren- sione della fisica di queste esplosioni. In assenza di ulteriori dati, erano state avanzate diverse teorie per spiegare i FELT: il bagliore di un burst di raggi gamma, una supernova po- tenziata da una magnetar (stella di neutroni con un potente campo ma- gnetico) o una supernova di Tipo Ia fallita. Poi, è arrivato Kepler con le sue misurazioni precise e continue, che hanno permesso agli astronomi di registrare più dettagli del feno- meno FELT. “Abbiamo raccolto una curva di luce eccezionale” , ha detto Armin Rest, dello Space Telescope Science Insti- tute di Balti- mora, nel Ma- ryland. “Siamo stati in grado di circoscrivere il meccanismo e le proprietà dell’esplosione. Po- tremmo escludere teorie alternative e arrivare alla spiegazione del mo- dello di guscio denso. Questo è un nuovo modo per le stelle massicce di morire e distribuire materiale nello spazio” . “Con Kepler, siamo davvero in grado Q uesto video illu- stra quattro modi in cui una stella massic- cia può esplo- dere. [NASA] M issione riprogrammata K2. Rappresentazione grafica del telescopio spa- ziale Kepler e dei campi inquadrati nella nostra galassia. [NASA] di collegare i modelli con i dati” , ha continuato. “Kepler qui fa la diffe- renza. Quando ho visto per la prima volta i dati di Kepler e mi sono reso conto di quanto questo transitorio fosse breve, sono rimasto a bocca aperta. Ho detto, ‘Oh wow!’” “Il fatto che Kepler abbia catturato interamente la rapida evoluzione ri- duce davvero i modi esotici in cui le stelle possono morire. La ricchezza di dati ci ha permesso di districare le proprietà fisiche dello scoppio fanta- sma, come la quantità di materiale che la stella espelle alla fine della sua vita e la velocità ipersonica dell’esplo- sione. Questa è la prima volta che possiamo testare i modelli FELT con un alto grado di precisione e colle- gare davvero la teoria alle osserva- zioni” , ha affermato David Khatami, dell’Università della California a Ber- keley e del Lawrence Berkeley Natio- nal Laboratory. Questa scoperta è un sottoprodotto inaspettato della capacità unica di Ke- pler di campionare continuamente le variazioni di luce stellare per diversi mesi. Una tale capacità è necessaria per consentire a Kepler di scoprire pianeti extrasolari che passano breve- mente di fronte alle loro stelle ospiti, attenuando temporaneamente la luce stellare di una piccola percen- tuale. Le osservazioni di Keplero indi- cano che la stella ha espulso il guscio meno di un anno prima che diven- tasse supernova. Questo dà un’idea di quanto siano poco conosciuti gli spa- smi finali delle stelle. I FELT apparen- temente provengono da stelle che subiscono “esperienze di pre-morte” poco prima della fine, vomitando gu- sci di materia in mini-eruzioni prima di esplodere del tutto. ASTROFILO l’ !

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