l'Astrofilo maggio-giugno 2018

41 MAGGIO-GIUGNO 2018 ASTROBIOLOGIA lasciato tracce fossili di tipo biologico, ma potrebbe nondimeno aver lasciato tracce di altro tipo, come manufatti e strutture di vario genere. Per quanto resistenti tali trac- ce possano essere, i ricercatori che si occu- pano di queste tematiche concordano sul fatto che persino le testimonianze più dure- voli svaniscono entro 100-200 milioni di an- ni, per l’azione dell’attività geologica, idro- logica e atmosferica del nostro pianeta. Inoltre, anche se una civiltà industriale an- tecedente alla nostra fosse apparsa in tempi a noi più vicini (ad esempio fra 10 e 100 mi- lioni di anni fa) e avesse urbanizzato il pia- neta per un’estensione paragonabile a quel- la da noi posta in essere, le eventuali tracce sarebbero disperse su meno dell’1% della superficie terrestre, e verosimilmente se- polte a grandi profondità. Scoprire testimonianze dirette di una civiltà industriale esistente decine o centinaia di milioni di anni fa richiederebbe dunque una grande dose di fortuna, a causa della limi- tata distribuzione spaziale (e forse anche temporale) di quelle antichissime vestigia. Se però quella civiltà avesse raggiunto un li- vello di sviluppo industriale paragonabile al nostro, avrebbe alterato e inquinato suffi- cientemente l’ambiente da lasciare nelle rocce sedimentarie un’impronta forse rico- noscibile. Questa possibilità è stata affrontata compi- tamente per la prima volta da Gavin Schmidt (NASA Goddard Institute for Space Studies) e Adam Frank (Department of Phy- sics and Astronomy, University of Rochester) in un lavoro pubblicato molto recentemente sul- l’ International Journal of Astrobiology con il titolo “The Silurian Hypothesis: Would it be possible to detect an industrial civili- zation in the geological record?” Prima di esaminare bre- vemente le interessanti argomentazioni dei due autori, preveniamo un fa- cile fraintendimento pre- cisando che il nome del- l’ipotesi non fa riferimen- to al periodo Siluriano (circa 444-420 milioni di anni fa), ma deriva più banalmente da un episo- dio della serie TV Doctor Who, in cui un’antichis- sima civiltà veniva risve- gliata da esperimenti u- mani su un reattore nu- cleare. Lo studio non vuo- le dunque suggerire che nel periodo Silu- riano può essere esistita una civiltà. Detto questo, l’Ipotesi Siluriana di Schmidt e Frank indica una via ragionevole da se- guire nella ricerca di un’ipotetica civiltà in- dustriale precedente alla nostra, e lo fa con- siderando essenzialmente fattori geochi- mici, ovvero la presenza di determinati iso- topi e loro abbondanze negli strati geolo- gici, di materiali ed elementi sintetici, non- ché la presenza di alterazioni strutturali del territorio, dovute al suo intensivo sfrutta- mento. Oggi noi umani abbiamo la certezza di aver modificato a tal punto l’ecosistema da av- viare una nuova età geologica, che già a ASTROFILO l’ S e fra il Paleo- cene e l’Eocene esisteva realmen- te una civiltà, do- veva misurarsi con una fauna piuttosto preoc- cupante. Ne è un esempio il Dia- tryma Gigantea, un enorme uccel- lo carnivoro alto 2 metri e pesante un quintale, che cacciava in Europa e Nord America.

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