l'Astrofilo maggio-giugno 2016
CRONACHE SPAZIALI ASTROFILO l’ n è quest'ultimo, più massiccio è pro- porzionalmente il buco nero. Ma per la galassia NGC 1600, la massa del buco nero gigante oscura di gran lun- ga la massa del suo relativamente rado sferoide. “Sembra che quella re- lazione non funzioni molto bene con i buchi neri estremamente massicci; essi sono una frazione più grande del previsto della massa della galassia ospite” , ha detto Ma. Ma e colleghi hanno riferito della sco- perta del buco nero (collocato a circa 200 milioni di anni luce dalla Terra, in direzione della costellazione dell'Eri- dano) nell'edizione del 6 aprile della rivista Nature . Primo autore dell'arti- colo è Jens Thomas, del Max-Planck- Institut für extraterrestrische Physik, di Garching, Germania. Un'idea per spiegare la dimensione del mostruoso buco nero è che si sia fuso con un altro buco nero molto tempo fa, quando le interazioni fra galassie erano più frequenti. Quando due galassie si fondono, i loro buchi neri centrali si dispongono nel nucleo della nuova galassia e orbitano uno attorno all'altro. Le stelle che si avvi- cinano al doppio buco nero, a se- conda della loro velocità e della loro traiettoria, possono sottrarre mo- mento angolare alla vorticosa coppia e guadagnare abbastanza velocità da fuggire dal nucleo della galassia. Questa interazione gravitazionale fa sì che i buchi neri si avvicinino lenta- mente fra loro e alla fine si fondano a formare un ancora più grande buco nero. Poi, il buco nero supermassiccio continua a crescere inghiottendo gas incanalato nel nucleo da collisioni di galassie. “Per diventare così massic- cio, il buco nero deve aver avuto una fase voracissima, durante la quale di- vorò quantità di gas” , ha detto Ma. I frequenti pasti consumati da NGC 1600 possono anche essere la ra- gione per cui la galassie risiede in una piccola comunità, con pochi vi- cini galattici. NGC 1600 è la galassia dominante del suo gruppo galattico L a galassia ellittica massiccia al centro di questa immagine, presa dalla Digi- tized Sky Survey, risiede in una regione di spazio sgombra. Una veduta rav- vicinata della galassia, denominata NGC 1600, è mostrata nell'immagine del riquadro, che è stata presa nel vicino infrarosso dalla Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS) del telescopio spaziale Hubble. [NASA, ESA, e C.-P. Ma (University of California, Berkeley)] ed è almeno tre volte più brillante dei suoi vicini. “Raramente altri grup- pi come questo hanno un simile grande divario di luminosità fra la galassia più luminosa e la seconda più luminosa” , ha detto Ma. La maggior parte del gas della gas era già consumato molto tempo fa, quando il buco nero divampò come un brillante quasar, per il materiale incanalato su di esso e riscaldato fino allo stato di plasma incandescente. “Ora il buco nero è un gigante dor- miente” , ha detto Ma. “L'unica possi- bilità di scoprirlo era misurare le velocità delle stelle vicine ad esso, che sono fortemente influenzate dalla gravità del buco nero. Le misure delle velocità ci hanno fornito una stima della massa del buco nero.” Le misu- re di velocità sono state fatte con il Gemini Multi-Object Spectrograph (GMOS) del telescopio di 8 metri Ge- mini North, sul Mauna Kea, Hawaii. GMOS ha analizzato spettroscopica- mente la luce in arrivo dal centro della galassia, rivelando stelle entro 3000 anni luce dal nucleo. Alcune di queste stelle stanno girando intorno al buco nero evitando incontri ravvi- cinati. Ma stelle in movimento su un percorso rettilineo lontano dal nucleo suggeriscono che esse si siano già av- venturate più vicino al centro e che siano state scagliate via, probabil- mente dai buchi neri gemelli. Immagini di archivio di Hubble, prese con la Near Infrared Camera and Multi-Object Spectrometer (NICMOS), supportano l'idea di un doppio buco nero che sospinge lontano le stelle. Le immagini di NICMOS rivelano che il nucleo della galassia è insolitamente debole, indice di mancanza di stelle in prossimità del centro galattico. Un nucleo svuotato di stelle distingue le galassie massicce dalle galassie ellit- tiche standard, che sono più brillanti nei loro centri. Ma e colleghi sti- mano che la quantità di stelle but- tate fuori dalle regioni centrali equi- vale a 40 miliardi di soli e sarebbe comparabile all'espulsione dell'inte- ro disco della nostra Via Lattea.
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