l'Astrofilo maggio-giugno 2015

CORPI MINORI ASTROFILO l’ L a cometa foto- grafata il 28 marzo 2015 dalla NavCam di Ro- setta, da una di- stanza di 19,9 km. [ESA/Rosetta/ NAVCAM – CC BY-SA IGO 3.0] A lcune interes- santi struttu- re superficiali del- la cometa: in A e B chiazze brillanti e bluastre, compo- ste probabilmente di ghiaccio; in C massi brillanti di natura incerta; in D un terreno ce- devole. [ESA/Ro- setta/MPS for OSI- RIS Team MPS/ UPD/ LAM/IAA/ SSO/INTA/UPM/ DASP/IDA] te (assieme a informazioni fornite da altri strumenti) i contatti multipli col terreno e l'orientazione del lander. Quello che per la gran parte dei tecnici e degli scienziati è stato un atterraggio imperfetto, per il team del Rosetta Lander Magnetometer and Plasma Monitor (forma estesa di ROMAP) si è tra- sformato in un felice contrattempo, dal mo- mento che l'inatteso “ruzzolare” di Philae ha permesso di raccogliere precise misurazioni del campo magnetico attorno ad esso, sia nei quattro punti di contatto con la superficie, sia in un ampio range di altezze sulla super- ficie (grazie ai rimbalzi). Includendo anche i dati raccolti nella lunga discesa iniziale (circa 20 km percorsi in 7 ore), il team ROMAP ha scoperto che la forza del campo magnetico rilevato attorno alla 67P/Churyumov-Gerasi- menko non è correlata né all'altezza né alla collocazione superficiale di Philae. Se il nu- cleo della cometa fosse dotato di un suo campo magnetico (risultante dalla somma del magnetismo apportato dalle molecole di magnetite), avvicinandosi alla superficie RO- MAP avrebbe dovuto misurare una forza cre- scente, mentre allontanandosi avrebbe do- vuto registrare una diminuzione della stessa. Inoltre, da una regione all'altra della super- ficie cometaria ci si poteva aspettare di rile- vare piccole differenze locali del campo ma- gnetico, legate alla conformazione del nu- cleo e alle sue proprietà superficiali e subsu-

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