l'Astrofilo maggio-giugno 2015
CRONACHE SPAZIALI mentati ruotano” , ha aggiun- to Drahus. Gli astronomi han- no determinato il periodo di rotazione dell'oggetto misu- rando piccole fluttuazioni pe- riodiche della luminosità. Tali fluttuazioni ricorrono natural- mente quando il nucleo irre- golare ruotaattornoal proprio asse e riflette diverse quantità di luce solare durante un ciclo di rotazione. “Questa è una tecnica ben consolidata, ma la sua applicazione subersagli deboli è im- pegnativa” , ha detto Waclaw Waniak, della JagiellonianUniversity, chehapro- cessato i dati del Keck Observatory. “La principale difficoltà è che la luminosità dev’essere rilevata ogni pochi minuti, pertanto non c'è tempo per lunghe esposizioni. Per tale motivo è stata ne- cessaria l'enorme area di raccolta della luce del Keck II, che cattura un'abbon- dante quantità di fotoni in un tempo moltobreve.” I fotoni sono stati poi con- centrati lungo il percorsootticodel tele- scopio e inviati allo strumento DEIMOS per produrre i dati che hanno permesso agli scienziati di determinare la natura di P/2012 F5. Mentre monitoravano la luminosità con esposizioni singole di 3 minuti, gli astronomi hanno anche messo assieme tutti i dati per comporre una singola immagine ultraprofonda, che ha rivelato i frammenti. Il risultato non sarebbe stato possibile se il target selezionato, P/2012 F5, non fosse stato un candidato ideale per questo studio. Alex R. Gibbs aveva scoperto l'oggetto il 22marzo del 2012 con il riflettore di 1,5 metri del Mount Lemmon. Era stato ini- zialmente classificato come cometa, ma unicamente per il suo aspetto “polve- roso”. Due team indipendenti avevano poi rapidamente dimostrato che tutte quelle polveri erano state emesse in un singolo impulso, circa un anno prima della scoperta (qualcosa che alle comete nonaccade). Quandonel 2013 lepolveri si stabilizzarono, unaltro team, con il te- lescopiodi 2,2metri dell'Universitàdelle Hawaii, sulMaunaKea, rivelòunnucleo dall'aspetto stellare e suggerì una di- mensione massima di 2 km. “Abbiamo sospettato che questo limite superiore fosse vicino all'attuale dimensione del- l'oggetto. Di conseguenzaabbiamo scel- to di osservare P/2012 F5 perché, a di- spettodelle suepiccoledimensioni, sem- bra essere il più grande e più facilmente osservabileasteroideattivo sospettatodi rotazione esplosiva” , ha detto Jessica Agarwal, del Max Planck Institute for Solar System Research, che ha scelto P/2012 F5 come target. Come risultato dello studio, P/2012 F5 è il primo og- gettoda poco frammentatodel sistema solare con un ben determinato periodo di rotazione, che risulta essere il più ve- loce fra gli asteroidi attivi. Un'attenta analisi fatta dal teammostra che queste due caratteristiche dell'oggetto sono consistenti con lo scenario della rota- zione esplosiva. Ma anche spiegazioni alternative, come la frammentazione provocata da un impatto, non possono essere completamente escluse. “Ci sono molti rotatori veloci fra gli asteroidi che nonmostrano segni di una recente per- dita di massa. E ci sono molti impatta- tori iperveloci che vagano là fuori alla ricerca di bersagli da colpire, siano essi veloci o lenti rotatori” , ha aggiunto Drahus. “Siamo in debito con i Caltech Optical Observatories per averci gene- rosamente assegnato tempo-telescopio al Keck Observatory per questo pro- gramma” , ha conclusoDrauhs, già ricer- catore associato presso il NRAO del Cal- tech. “Senza l'enorme superficie riflet- tente del Keck II di 10 metri, non sa- remmo stati in grado di raggiungere i nostri obiettivi così velocemente.” F luttuazioni di lumino- sità del nucleo di P/2012 F5 durante due consecutivi cicli di rotazione, fornite ri- spetto al tempo (grafico in alto) e rispetto alla fase di rotazione del nucleo (gra- fico in basso). [M. Drahus, W. Waniak (OAUJ) / W. M. Keck Observatory] n ditoagli scienziati di determinarealcune delle caratteristiche principali che po- trebbero dimostrare o confutare le teo- rie. Fino allo scorso agosto, quando al team della Jagiellonian University gui- datodaMichal Drahus è statoassegnato del tempo-telescopio al Keck Observa- tory. “Quando lo scorsoagostoabbiamo puntato il Keck II su P/2012 F5, abbiamo sperato di misurare quanto veloce- mente ruotava e di verificare se avesse frammenti di considerevoli dimensioni. I dati ci hanno mostrato tutto ciò” , ha detto Drahus. Il team ha scoperto al- meno quattro frammenti dell'oggetto, già noto per aver precedentemente espulso polveri a metà del 2011. I ricer- catori hannoanchemisuratounperiodo di rotazionemolto corto, di appena 3,24 ore, abbastanza veloce da causare l'esplosionedell'oggetto. “Ciòèdavvero notevole, perché la rotazione veloce è stata sospettata di catapultare polveri e di innescare la frammentazionedi alcuni asteroidi attivi e comete, ma fino ad ora non abbiamo potuto testare a fondo questa ipotesi perché non sapevamo quanto velocemente gli oggetti fram- ASTROFILO l’
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