l'Astrofilo maggio-giugno 2015

CRONACHE SPAZIALI dire che eravamo tutti piuttosto ec- citati quando abbiamo capito che non solo ALMA l'aveva osservata, ma che c'era una chiara rilevazione. Uno dei principali obiettivi di ALMA era trovare galassie nel giovane uni- verso, partendo dalle emissioni del gas freddo e delle polveri, e qui lo abbiamo raggiunto!” Questa galassia è un bambino co- smico, ma ha dimostrato di essere precoce. A quell'età ci si aspettava che mostrasse una penuria di ele- menti chimici pesanti (qualunque cosa più pesante dell'idrogeno e dell'elio, quelli definiti “metalli” in astronomia). Essi sono prodotti nei “ventri” delle stelle e sparsi in lun- go e in largo quando le stelle me- desime esplodono o muoiono per altre vie. Tale processo necessità di esser ripetuto per molte genera- zioni stellari al fine di produrre un'abbondanza significativa dei metalli più pesanti, come il carbo- nio, l'ossigeno e l'azoto. Sorprendentemente, la galassia A1689-zD1 sembra emettere una quantità di radiazione nell'infra- rosso indicativa del fatto che ha già prodotto molte delle sue stelle e si- gnificative quantità di metalli, rive- lando che essa non solo contiene polveri, ma che ha pure un rap- porto polveri/gas simile a quello di galassie molto più mature. “Sebbene l'esatta origine delle pol- veri galattiche rimanga oscura, – spiega Watson – le nostre scoperte indicano che la sua produzione av- viene molto rapidamente, entro solo 500 milioni di anni dall'inizio della formazione stellare nell'uni- verso (un lasso di tempo cosmolo- gico cortissimo, dato che la maggior parte delle stelle vive per miliardi di anni).” Le scoperte suggeriscono che A1689- zD1 ha costantemente formato stel- le a un tasso moderato da 560 mi- lioni di anni dopo il Big Bang, op- pure che ha attraversato rapida- mente un periodo di formazione stellare estrema, prima di entrare in una fase di declino. Prima di questo risultato, gli astro- nomi si preoccupavano che tali ga- lassie distanti non sarebbero state rilevabili in questo modo, ma invece A1689-zD1 è stata individuata ef- fettuando solo brevi osservazioni con ALMA. Kirsten Knudsen (Chalmers Univer- sity of Technology, Svezia), coautrice dell'articolo, ha aggiunto: “Questa sorprendente galassia polverosa sem- bra aver avuto fretta di produrre la sua prima generazione di stelle. In futuro ALMA potrà aiutarci a tro- vare più galassie come questa e a imparare che cosa le rende così de- siderose di crescere" . n Q uesta veduta include la luce infrarossa raccolta dallo strumento WFC3 a bordo del telescopio spaziale Hubble, e la luce bianca di altre imma- gini. Essa mostra un primo piano di una parte del ricco ammasso di galassie Abell 1689. Nel riquadro è visibile A1689-zD1. [ESO/J. Richard] una galassia in quell'epoca. A1689- zD1 viene osservata com'era duran- te il periodo della reionizzazione, quando le prime stelle avviarono un'alba cosmica, illuminando per la prima volta un immenso e traspa- rente universo, e ponendo fine alla prolungata stagnazione dell'Età O- scura. Sarebbe dovuta apparire co- me un sistema di nuova formazione, ma invece la galassia ha sorpreso gli osservatori con la sua ricca comples- sità chimica e abbondanza di polveri interstellari. “Dopo aver confermato la distanza della galassia usando il VLT, – ha detto Watson – abbiamo realizzato che era stata precedentemente os- servata con ALMA. Non ci aspetta- vamo di trovare molto, ma posso ASTROFILO l’

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=