l'Astrofilo maggio-giugno 2015

ASTROFILO l’ che li generano. Poiché le aurore sono go- vernate dall'interazione fra particelle ca- riche e campo magnetico, osservando le prime con tecniche appropriate è possibile dedurre la conformazione del secondo e ot- tenere informazioni sulla struttura interna del corpo planetario che lo genera. Per produrre le aurore, le particelle cariche (essenzial- mente elettroni e protoni di origine solare) catturate dal- le linea di forza del campo magnetico devono però im- pattare i gas di un'atmosfe- ra, e il caso vuole che Gani- mede disponga di una te- nuissima atmosfera di ossi- geno, l'elemento chimico più idoneo alla produzione di luce aurorale. Aspettandosi di poter me- glio apprezzare quel feno- meno nell'ultravioletto (una radiazione in gran parte as- sorbita dall'atmosfera ter- restre), Saur e alcuni suoi collaboratori hanno deciso di attuare il proprio pro- gramma di osservazioni con trezzata per studiare sul lungo periodo il comportamento del campo magnetico di Ganimede, sembrerebbe impossibile dare una risposta definitiva alla questione. Ma gli scienziati sono abituati a escogitare so- luzioni sorprendenti, ed ecco che a Joachim Saur, professore di Geofisica all'Università di Colonia (Germania), viene una bella idea: studiare la struttura interna di Ganimede attraverso l'osservazione delle aurore. Come noto, i campi magnetici sono invisibili e le loro linee di forza, nonché le loro pola- rità, sono riconoscibili essenzialmente per l'intervento di traccianti di vario genere, come ad esempio, limatura di ferro, parti- celle cariche, particolari forme di radiazione e via dicendo. È dal comportamento dei traccianti che si risale alle proprietà dei cam- pi magnetici e alle strutture e ai meccanismi Q ui sopra, una raffigurazio- ne molto sempli- ficata delle linee di forza del cam- po magnetico di Ganimede, gene- rate dalla rota- zione del nucleo di ferro fluido. A fianco, confron- to fra le quantità di acqua conte- nute nell’oceano di Ganimede e negli oceani ter- restri: il primo su- pera la somma dei secondi. In basso a sini- stra, schema della struttura interna di Ganimede, in base al recente lavoro di Saur e colleghi, pubbli- cato in marzo sul Journal of Geo- physical Research. L’oceano di ac- qua salata si estende sotto la crosta ghiacciata e sovrasta uno strato di ghiaccio, un mantello roccioso e il nu- cleo metallico. [NASA, ESA, and A. Feild (STScI)]

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