l'Astrofilo maggio-giugno 2015

CRONACHE SPAZIALI Hubble, per tenerlo sot- t'occhio e vedere quan- do l'attesa prossima im- magine apparirà.” La misurazione dei ri- tardi fra immagini offre indicazioni sul tipo di deformazione spaziale dell'ambiente che la luce della supernova ha coperto e aiuterà gli a- stronomi a sintonizzare i modelli che mappano la massa dell'ammasso. “Misureremo i ritardi e torneremo ai modelli per compararli con le previsioni dei percorsi della luce” , ha detto Kelly. “I modellizzatori delle lenti, come Adi Zi- trin (California Institute of Technology), del no- stro team, saranno quin- di in grado di regolare i loro modelli per ricreare più accuratamente il pa- norama della materia o- scura, che detta i tempi di viaggio della luce.” Mentre stava facendo ri- cerca di routine sui dati GLASS, l'11 novembre 2014 Kelly ha indivi- duato le quattro imma- gini della stella esplo- sa. I team FrontierSN e GLASS stavano cercando dal 2013 quel tipo di esplosioni fortemente amplificate e questo og- getto è la loro scoperta più spettacolare. La supernova ap- pare circa 20 volte più brillante della sua naturale luminosità, a causa degli effetti combinati di due lenti sovrapposte. L'effetto lente domi- nante è dovuto al massiccio am- masso di galassie, che mette a fuoco la luce della supernova lungo al- meno tre percorsi separati. Un ef- fetto lente secondario si verifica quando a uno di questi percorsi lu- minosi capita di essere esattamente allineato con una specifica galassie ellittica all'interno dell'ammasso. “La materia oscura di quella singola galassia incurva e fa convergere la luce in quattro percorsi − spiega Rodney − generando la rara con- figurazione della Croce di Einstein che abbiamo osservato” . I due team hanno passato una setti- mana ad analizzare la luce dell'oggetto, con- fermando che si trattava di una supernova. Si so- no quindi rivolti al W.M. Keck Observatory, sul Mauna Kea, Hawaii, per misurare la distanza del- la galassia che ospitava la supernova. Gli astronomi hanno so- prannominato la super- nova Refsdal, in onore dell'astronomo norve- gese Sjur Refsdal, il quale nel 1964 propose per primo l'impiego delle immagini ritardate nel tempo, provenienti da una supernova lensi- ficata, per studiare l'e- spansione dell'universo. “Gli astronomi hanno cercato di scoprirne una da allora” , dice Tom- maso Treu, dell'Univer- sità della California, a Los Angeles, e Principal Investigator del pro- getto GLASS. “La lunga attesa è finita!” La Frontier Fields survey è un programma trien- nale che impiega Hub- ble e gli effetti del len- sing gravitazionale di sei massicci ammassi di ga- lassie per indagare non solo ciò che c'è negli am- massi, ma anche ciò che esiste al di là di essi. Il programma triennale FrontierSN studia le supernovae che appaiono dentro e attorno gli ammassi di ga- lassie delle surveys Frontier Fields e GLASS. La survey GLASS sfrutta le ca- pacità spettroscopiche di Hubble per studiare galassie remote attraverso i “telescopi cosmici” di dieci am- massi galattici massicci, inclusi i sei di Frontier Fields. ASTROFILO l’ Q uesta illustrazione mostra come quattro diverse immagini della stessa supernova sono venute a crearsi quando la sua luce è stata distorta e amplificata dall'enorme ammasso di galas- sie MACS J1149.5+223 posto davanti a essa. Come risultato le im- magini sono disposte attorno alla galassia ellittica in una forma- zione nota come Croce di Einstein. Il massiccio ammasso di galas- sie concentra la luce della supernova lungo almeno tre percorsi separati e quando a uno di quei percorsi accade di essere alli- neato con precisione con una galassia ellittica singola all'interno dell'ammasso, si verifica un effetto lensing secondario. La mate- ria oscura associata alla galassia ellittica incurva e riconcentra la luce in quattro percorsi, generando la rara configurazione della Croce di Einstein che il team ha osservato. [NASA & ESA] n

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