l'Astrofilo marzo-aprile 2014

NANE BRUNE ASTROFILO l’ polvere sparisca, ma i modelli atmosferici of- frono essenzialmente due possibili interpre- tazioni di quel com- portamento: o le pol- veri sprofondano ver- so strati atmosferici più bassi e inosserva- bili dall'esterno, op- pure si riuniscono in nubi localizzate più dense che riescono a mantenersi in sospen- sione. L'osservazione diretta dovrebbe po- ter distinguere fra queste due possibilità, ma è necessario poter mappare singole re- gioni invece di accontentarsi del flusso energico globale proveniente dalle nane. Ed è esattamente ciò che ha fatto il team di Crossfield, costruendo una mappa “meteo- rologica” sufficientemente dettagliata, tan- to da mostrare disomogeneità assimilabili a nuvole. Secondo i ricercatori, le aree più scure rappresentano nubi alte, particolar- mente spesse e fredde, che nascondono re- gioni più profonde e calde, il che giu- stificherebbe la caduta di luminosità infra- rossa rispetto a regioni imperturbate. Diver- samente, l'area più brillante individuata a latitudini polari sarebbe un profondo squarcio di “sereno” che mette in vista stra- ti più profondi e quindi più caldi. Meccani- smi simili sono attivi nelle atmosfere dei pianeti gassosi del nostro sistema solare, ma l'averli riconosciuti anche nelle nane brune e avere localizzato “geograficamen- te” le strutture da essi prodotte migliora le nostre conoscenze sulla formazione, evolu- zione e dispersione delle nubi in entrambe le categorie di oggetti. Se vogliamo trovare un limite alla mappa- tura di Luhman 16B, possiamo considerare il fatto che la strumentazione utilizzata ha favorito la rilevazione del CO a scapito di altre molecole e che quindi la diversa lumi- nosità delle strutture osservate potrebbe non solo indicare variazioni delle tempera- ture ma anche, o forse preminentemente, variazioni delle ab- bondanze chimiche, nel qual caso lo scena- rio muterebbe. Sa- ranno quindi neces- sarie ulteriori osserva- zioni spettrofotome- triche più diversifi- cate per determinare con precisione la por- tata di ogni contribu- to al segnale rilevato. Un'altra questione da approfondire sarà la presenza di bande nell'atmosfera di Luh- man 16B. Previste dai modelli sulla circola- zione globale, po- N ell’animazio- ne a fianco vediamo l’intera rotazione dell’at- mosfera di Luh- man 16B. Le re- gioni più oscure sono enormi nubi di polveri relati- vamente fredde che coprono strati atmosferici più profondi e caldi. Le regioni più chiare sono inve- ce squarci che mettono in evi- denza la bassa e rovente atmo- sfera. Sotto, il planisfero com- pleto di Luhman 16B. [ESO/Ian Crossfield]

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