l'Astrofilo marzo-aprile 2014

CORPI MINORI ASTROFILO l’ de Paris), che hanno considerato proprietà orbitali, dimensioni, albedo e composizio- ne mineralogica di oltre 100000 asteroidi inclusi nello Sloan Di- gital Sky Survey Mo- ving Object Catalog (SDSSMOC), un pode- roso database che contiene quasi mezzo milione di oggetti di- stribuiti nel sistema solare. Quelli presi in consi- derazione dai due ri- cercatori apparten- gono essenzialmente alla fascia principale e di essi sono disponibili dati fotometrici rac- colti in cinque diverse bande della luce visibile. Per evitare le par- zialità del passato, DeMeo e Carrey hanno integrato i dati del SDSSMOC con quelli di altri database, al fine di fornire una distri- buzione tassonomica degli asteroidi che te- nesse conto non del numero per tipo mineralogico, ma anche della massa, del vo- lume e dell'area superficiale di ciascun og- getto. Un lavoro che si complica verso i piccoli diametri, dove i database diventano incompleti rispetto a vari parametri. I due ricercatori sono comunque riusciti a ridurre al minimo le incertezze, ottenendo una ca- ratterizzazione più che soddisfacente fino a diametri minimi di appena 5 km, tre volte più piccoli di quelli considerati dai più accu- rati lavori precedenti. La nuova mappa della distribuzione tasso- nomica degli asteroidi indica chiaramente che gli intrusi non sono un'eccezione, bensì la regola, essendoci una gran quantità di og- getti che sicuramente si sono trasferiti in re- gioni del sistema solare assai diverse da quelle in cui si sono formati, e ciò vale so- prattutto per gli oggetti di taglia minore. Non potendo la sola evoluzione collisionale, tipica degli asteroidi, giustificare il nuovo scenario, nemmeno se abbinata alle pertur- bazioni gravitazionali esercitate dai pianeti nelle loro attuali posi- zioni, la causa prima- ria del vistoso rime- scolamento degli aa- steroidi deve essere un'altra. Quale? La migrazione di Giove (con Saturno al seguito) all'interno del sistema solare, av- D eMeo e Cur- rey hanno di- mostrato che gli asteroidi furono rimescolati nel si- stema solare dalla migrazione di Giove. Un’altra re- cente ricerca, con- dotta dal team di Stephen Lowry (University of Kent), ha dimo- strato che rile- vanti variazioni di densità possono esistere anche al- l’interno di uno stesso asteroide. È il caso di Itokawa, (sopra e video a fianco) la cui estremità più pic- cola è decisamen- te più compatta dell’altra, segno di una fusione fra due asteroidi di diversa composi- zione e densità. [JAXA, ESO]

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