l'Astrofilo marzo 2012

25 ASTROFILO l’ MARZO 2012 PLANETOLOGIA I pianeti del nostro sistema solare ci appa- iono oggi come una tranquilla famiglia di globi che ruotano armoniosamente at- torno al Sole, seguendo orbite quasi circo- lari e complanari, dando l'impressione che tutto sia sempre stato così. Vi sono persino leggi empiriche, ormai cadute nell'oblio, come quella di Titius-Bode, che poggiano sulla geometrica e quasi magica progres- sione delle distanze dei pianeti dal Sole, quasi a voler dimostrare che quella dispo- sizione sia l'unica possibile. In realtà le cose non sono sempre state come le vediamo, tanto che l'attuale col- locazione dei pianeti all'interno del si- stema solare è il risultato di una caotica evoluzione, iniziata circa 600 milioni di anni dopo la sua formazione e durata al- cune decine di milioni di anni. I quattro gi- ganti gassosi (Giove, Saturno, Urano e Nettuno), in particolare, oggi non sono af- fatto dove sono nati, e sempre più teorie li vogliono trasferiti in epoche remote verso l'interno o verso l'esterno (su que- sto punto non c'è univocità) di parecchie unità astronomiche. Di certo la posizione di Urano e Nettuno è incompatibile con la densità stimata di gas e polveri presenti a quelle distanze (20 e 30 UA) nel disco pro- toplanetario all'epoca della loro forma- zione: non c'era abbastanza materiale per dar vita a due pianeti di quella stazza in quelle regioni, e qualora ci fosse stato i tempi scala della sua concentrazione nei due pianeti sarebbero incompatibili con l'attuale età del sistema solare. Secondo alcuni modelli evolutivi, anche per Giove e Saturno ci sono forti indizi di un trasfe- rimento verso l'esterno dopo la disper- sione del disco protoplanetario. Ecco, dunque, che quella che sembrava una situazione consolidata e cultural- mente acquisita sin dai tempi delle sfere armillari, è invece una matassa ancora in- garbugliata della quale si sta tuttora cer- cando il bandolo. Se possibile, le più recenti simulazioni al computer della for- mazione del nostro sistema planetario sol- levano nuovi dubbi, perché la situazione che osserviamo e che ci appare tanto ar- moniosa, ovvero quattro piccoli pianeti in- terni e quattro giganti esterni, risulta, alla

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=