l'Astrofilo marzo-aprile 2024
MARZO-APRILE 2024 Questa è una siner- gia davvero unica per Rubin e unica per il tempo in cui viviamo.” In realtà, tali missioni sono già in fase di sviluppo: la missione JAXA/ESA Comet Interceptor verrà lanciata nel 2029 e attenderà la scoperta (probabil- mente da parte di Rubin) di una come- ta visitabile del si- stema solare o di un oggetto interstellare di lungo periodo che passa vicino al Sole per la prima volta. Le osservazioni det- tagliate e frequenti di Rubin degli oggetti del sistema solare e delle loro posizioni potreb- bero apportare benefici anche alle missioni spaziali già in corso, aller- tando gli scienziati su opportunità di osservazione utili vicino al per- corso di un veicolo spaziale o rag- giungibili tramite una piccola devia- zione. Lucy della NASA, ad esempio, è impegnata in una missione di 12 anni che Rubin è pronta a influen- zare. Lucy, la prima missione spa- ziale inviata per studiare gli aste- roidi intrappolati dentro e attorno all’orbita di Giove, ha già restituito preziose informazioni scientifiche e alcuni risultati inaspettati. E, quan- do inizierà l’indagine di Rubin, aste- roidi più piccoli e più deboli vicino al futuro percorso di Lucy verranno visualizzati per la prima volta dagli astronomi, offrendo potenzialmen- te nuove opportunità di sorvolo (e nuove sorprese scientifiche) che non possiamo prevedere. “Con i nostri attuali telescopi abbia- mo essenzialmente osservato i gran- di massi sulla spiaggia, − afferma Egg − ma Rubin zoomerà sui granelli di sabbia più fini.” I n questa illustrazione, un mosaico di diverse “impron- te di osservazione” dell’Osservatorio Rubin è proiet- tato su alcuni dei milioni di asteroidi che gli astronomi troveranno nel vasto set di dati della Legacy Survey of Space and Time (LSST) di Rubin. Alcuni di questi aste- roidi potrebbero rivelarsi scientificamente abbastanza interessanti da lanciare o reindirizzare un veicolo spa- ziale per indagarli da vicino. [RubinObs/NOIRLab/NSF/ AURA/J. Pinto] gior parte di essi si è formata in tempi remoti, come gli oggetti vicini alla Terra e gli asteroidi troiani, men- tre altri sono viaggiatori provenienti da lontani sistemi solari e sono noti come oggetti interstellari. Nel corso della decennale Legacy Survey of Space and Time (LSST), l’Osservatorio Rubin esplorerà l’intero cielo del- l’emisfero meridionale ogni poche notti con un telescopio in rapido mo- vimento di 8,4 metri e la più grande fotocamera digitale al mondo, rive- lando per la prima volta milioni di oggetti del sistema solare preceden- temente sconosciuti. Si prevede che l’indagine dell’Osservatorio Rubin quintuplicherà il nostro attuale cen- simento di oggetti conosciuti nel si- stema solare, faticosamente costrui- to per più di 200 anni. “Niente si av- vicinerà alla profondità dell’indagine di Rubin e al livello di caratterizza- zione che otterremo per gli ogget- ti del sistema solare” , afferma Sieg- fried Eggl, professore assistente presso l’Università dell’Illinois Ur- bana-Champaign e responsabile del- l’Inner Solar System Working Group, nella Rubin/LSST Solar System Science Collaboration. “È affascinante avere la possibilità di visitare oggetti inte- ressanti e osservarli da vicino. Ma per farlo dobbiamo sapere che esistono e dobbiamo sapere dove si trovano. Questo ci dirà il Rubin.” Oltre a rilevare milioni di nuovi og- getti, Rubin fornirà anche informa- zioni sul panorama più ampio del sistema solare e rivelerà intere re- gioni che contengono oggetti scien- tificamente interessanti o unici da considerare per le future missioni spaziali. “Se pensi a Rubin mentre guardi una spiaggia, vedi milioni e milioni di singoli granelli di sabbia, che insieme costituiscono l’intera spiaggia; − dice Eggl − potrebbe es- serci un’area di sabbia gialla, o sab- bia nera vulcanica, e un missione spa- ziale verso un oggetto in quella re- gione potrebbe indagare su cosa lo rende diverso. Spesso non sappiamo cosa è strano o interessante se non conosciamo il contesto in cui si trova.” Oltre a fornire ad astronomi e astro- fisici la visione più completa e d’in- sieme del cielo australe, Rubin li avvi- serà anche dei cambiamenti nel cielo notturno entro 60 secondi dal loro ri- levamento. Questo sistema di allerta precoce potrebbe spingere gli scien- ziati ad avviare una missione spazia- le verso un bersaglio in rapido movi- mento, forse anche un oggetto in- terstellare in visita, suggerisce Eggl. “Rubin è in grado di darci il tempo di preparazione di cui abbiamo biso- gno per lanciare una missione per in- tercettare un oggetto interstellare. ! ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’
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