l'Astrofilo marzo-aprile 2023

32 MARZO-APRILE 2023 ASTRO PUBLISHING sistema solare esterno, anch’esse in gran parte composte di acqua che circonda un nucleo roccioso. “Immagina versioni più grandi di Eu- ropa o Encelado, le lune ricche di acqua in orbita attorno a Giove e Sa- turno, ma portate molto più vicine alla loro stella” , ha spiegato Piaulet. “Invece di una superficie ghiacciata, ospiterebbero grandi involucri di va- pore acqueo” . “L’identificazione sicura di un og- getto con la densità delle lune ghiacciate del sistema solare, ma si- gnificativamente più grande e più massiccio, dimostra chiaramente la grande diversità degli esopianeti” , ha aggiunto il membro del team Jose-Manuel Almenara, dell’Univer- sità di Grenoble Alpes, in Francia. “Questo dovrebbe essere il risultato di una varietà di processi di forma- zione ed evoluzione” . I ricercatori avvertono che i pianeti potrebbero non avere oceani come quelli sulla Terra direttamente sulla superficie del pianeta. “La tempera- tura nell’atmosfera di Kepler-138 d è probabilmente superiore al punto di ebollizione dell’acqua e ci aspet- tiamo un’atmosfera spessa e densa fatta di vapore su questo pianeta. Solo sotto quell’atmosfera di va- pore potrebbe potenzialmente es- serci acqua liquida ad alta pressio- ne, o anche acqua in un’altra fase che si verifica ad alte pressioni, chia- mata fluido supercritico” , ha detto Piaulet. Il telescopio spaziale James Webb fa- ciliterà anche preziose ricerche di follow-up. “Ora che abbiamo iden- tificato in modo sicuro il ‘mondo ac- quatico’ Kepler-138 d, Webb è la chiave per svelare la composizione atmosferica di un oggetto così eso- tico” , ha aggiunto il membro del team Daria Kubyshkina, dell’Accade- mia austriaca delle scienze. “Ci for- nirà informazioni critiche che ci permetteranno di confrontare la composizione delle lune ghiacciate ASTROFILO l’ Q uesto nuovo episodio di Hubblecast esplora ciò che possiamo imparare attra- verso i transiti degli esopianeti. Ci dice anche che cosa abbiamo imparato da questi transiti con l’aiuto di Hubble e quali scoperte possiamo aspettarci con il te- lescopio spaziale James Webb. [NASA, ESA, ESO/L. Calçada, M. Kornmesser] del sistema solare con quella delle loro controparti extrasolari più grandi e pesanti.” Recentemente, un altro team del- l’Università di Montreal aveva tro- vato un pianeta, chiamato TOI-1452 b, che potrebbe essere potenzialmen- te ricoperto da un oceano di acqua liquida, ma sarà necessario Webb per confermare anche questo. Nel 2014, i dati del telescopio spa- ziale Kepler della NASA avevano permesso agli astronomi di annun- ciare il rilevamento di tre pianeti in orbita attorno a Kepler-138, una nana rossa nella costellazione della Lyra. La scoperta basava su un calo misurabile nella luce della stella mentre ogni pianeta le transitava momentaneamente davanti. Ben- neke e la sua collega Diana Drago- mir, dell’Università del New Mexico, avevano avuto l’idea di riosservare il sistema planetario con i telescopi spaziali Hubble e Spitzer tra il 2014 e il 2016 per catturare più transiti di Kepler-138 d, il terzo pianeta nel si- stema, per studiarne l’atmosfera. Mentre le precedenti osservazioni del telescopio spaziale Kepler mo- stravano solo i transiti di tre piccoli pianeti attorno a Kepler-138, Piaulet e il suo team si sono meravigliati di scoprire che le osservazioni di Hub- ble e Spitzer richiedevano la presen- za di un quarto pianeta nel sistema, Kepler-138 e. Questo pianeta da po- co scoperto è piccolo e più lontano dalla sua stella rispetto agli altri tre, impiegando 38 giorni per comple- tare un’orbita. Il pianeta si trova nella zona abitabi- le della sua stella, una regione tem- perata che riceve la giusta quantità di calore dalla fredda nana rossa, così da non essere né troppo calda né troppo fredda per consentire la pre- senza di acqua liquida. La natura di questo pianeta aggiun- tivo, tuttavia, rimane una questione aperta, perché non sembra transitare davanti alla sua stella ospite. L’osser- vazione del transito dell’esopianeta avrebbe permesso agli astronomi di determinarne le dimensioni. “Man mano che i nostri strumenti e le nostre tecniche diventano abba- stanza sensibili da trovare e studiare pianeti che sono più lontani dalle loro stelle, potremmo iniziare a sco- prirne molti di più di questi water- worlds” , ha concluso Benneke. !

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