l'Astrofilo marzo-aprile 2023

24 MARZO-APRILE 2023 ASTRO PUBLISHING ral fellow presso l’Instituto de Astro- física de Canarias (IAC) ed ex ricerca- tore presso l’Università di Firenze- gruppo NEFERTITI, primo autore di questo lavoro pubblicato nel nu- mero di gennaio 2023 della rivista Astronomy & Astrophysics , spiega: “È stata una vera sorpresa scoprire che questa stella è in realtà una bi- naria di lungo periodo, cosa non prevista e che richiede una revisio- ne della teoria della formazione delle prime stelle” . Fondamentale è stato l’utilizzo dello spettrografo ESPRESSO che, grazie alla sua elevata precisione, ha per- messo di seguire le piccole variazioni di velocità di questa stella, dovute al moto orbitale attorno alla sua com- pagna, che resta tuttavia scono- sciuta. Queste stelle hanno un basso contenuto di ferro ma un alto con- tenuto di carbonio, e sono chiamate CEMP-no in gergo astronomico. Si pensa che si siano formate da mate- riale elaborato all’interno delle pri- me stelle massicce ed espulso nel- l’esplosione di supernove nelle pri- me fasi della formazione della Via Lattea. “Tutte le stelle più antiche che conosciamo appartengono alla classe CEMP-no e mi piace ricordare che con Piercarlo Bonifacio abbiamo scoperto il prototipo di questa classe di stelle nel lontano 1997” , sottoli- nea Paolo Molaro, astronomo del- l’INAF-Trieste, coautore del lavoro e ricercatore principale del pro- gramma di ricerca. L’alta risoluzione dello strumento ha permesso un’analisi dettagliata della composizione relativa degli isotopi del carbonio, che ha fornito nuove informazioni sull’origine degli ele- menti osservati nell’atmosfera del- la stella. Spiega Elisabetta Caffau, astronoma italiana che lavora all’Os- servatorio di Parigi: “La chiave ci è stata fornita dal rapporto tra Carbo- nio-12 e Carbonio-13. La quantità ASTROFILO l’ Una stella primordiale è risultata binaria by IAC − Science Communication and Culture Unit L e stelle con un contenuto molto basso di elementi chimici sono considerate le più vecchie della Via Lattea. Formatesi poche centi- naia di milioni di anni dopo il Big Bang, un periodo molto piccolo ri- spetto all’età dell’universo, queste stelle sono veri e propri fossili che codificano nella loro atmosfera le prime fasi dell’evoluzione chimica dell’universo. La stella SMSS1605-1443, scoperta nel 2018, è stata identificata come una delle prime stelle della galassia, ma la sua vera natura era scono- sciuta. Ora, grazie allo sforzo con- giunto di diversi gruppi di ricerca europei e all’utilizzo dello spettro- grafo ESPRESSO, in grado di operare con uno qualsiasi dei quattro tele- scopi del VLT in Cile, è stato possibile comprendere l’origine quasi primor- diale di questo gioiello archeologico stellare. David Aguado, attualmente Ramón y Cajal Advanced postdocto-

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