l'Astrofilo marzo-aprile 2023

20 MARZO-APRILE 2023 ASTRO PUBLISHING ASTROFILO l’ catore presso il Center for Astrophy- sics | Harvard & Smithsonian e auto- re principale dell’articolo scientifico. “Questo ci ha permesso di produrre il più grande catalogo di questo ti- po mai realizzato da una singola ca- mera, in termini di numero di oggetti osservati”. “Se combinato con le immagini di Pan-STARRS 1, DECaPS2 completa una vista panoramica a 360 gradi del disco della Via Lattea e raggiunge inoltre stelle molto più deboli” , ha af- fermato Edward Schlafly, ricercatore presso lo Space Telescope Science In- stitute gestito da AURA e coautore dell’articolo che descrive DECaPS2, pubblicato su The Astrophysical Jour- nal Supplement . “Con questa nuova survey possiamo mappare la struttu- ra tridimensionale delle stelle e della polvere della Via Lattea con dettagli senza precedenti” . “Sin dal mio primo lavoro sulla Sloan Digital Sky Survey, due decenni fa, ho cercato un modo per effettuare misurazioni migliori su sfondi com- plessi” , ha affermato Douglas Fink- beiner, professore presso il Center for Astrophysics, coautore dell’articolo e ricercatore principale alla guida del progetto. “Il lavoro ha raggiunto que- sto e molto altro!” “È piuttosto un’impresa tecnica. Im- magina una foto di gruppo di oltre tre miliardi di persone e ogni singolo individuo è riconoscibile!” afferma Debra Fischer, direttore della divi- sione di Scienze astronomiche presso NSF. “Gli astronomi studieranno at- tentamente questo ritratto detta- gliato di oltre tre miliardi di stelle nella Via Lattea per i decenni a ve- nire. È un fantastico esempio di ciò che le partnership tra le agenzie fe- derali possono ottenere” . e del vicino infrarosso. La prima rac- colta di dati di DECaPS era stata rila- sciata nel 2017 e, con l’aggiunta del nuovo rilascio di dati, la survey ora copre il 6,5% del cielo notturno e si estende per l’incredibile lunghezza di 130 gradi. Anche se può sembrare poco, ciò equivale a 13000 volte l’a- rea angolare della Luna piena. Il set di dati DECaPS2 è disponibile per l’intera comunità scientifica ed è ospitato dall’Astro Data Lab di NOIR- Lab, che fa parte del Community Science and Data Center. L’accesso interattivo all’imaging con panora- mica/zoom all’interno di un browser web è disponibile da Legacy Survey Viewer, World Wide Telescope e Ala- din. La maggior parte delle stelle e della polvere nella Via Lattea si tro- vano nel suo disco (la fascia luminosa che si estende attraverso l’immagi- ne), dove giacciono i bracci a spirale. Sebbene questa profusione di stelle e polvere crei bellissime immagini, rende anche il piano galattico diffi- cile da osservare. Gli oscuri tentacoli di polvere assor- bono la luce delle stelle e oscurano completamente quelle più deboli, e la luce delle nebulose diffuse interfe- risce con qualsiasi tentativo di misu- rare la luminosità dei singoli oggetti. Un’altra sfida nasce dall’enorme nu- mero di stelle, che possono sovrap- porsi nell’immagine e rendere diffi- cile separare le singole stelle da quelle vicine. Nonostante le diffi- coltà, gli astronomi hanno “scavato” nel piano galattico per ottenere una migliore comprensione della nostra Via Lattea. Osservando a lunghezze d’onda nel vicino infrarosso, sono stati in grado di scrutare al di là della gran parte della polvere che assorbe la luce. I ricercatori hanno anche uti- lizzato un approccio innovativo di elaborazione dei dati, che ha per- messo loro di prevedere meglio lo sfondo dietro ogni stella. Ciò ha contribuito a mitigare gli effetti del- le nebulose e dei campi stellari affol- lati su immagini astronomiche così grandi, assicurando che il catalogo fi- nale dei dati elaborati sia più accu- rato. “Uno dei motivi principali del successo di DECaPS2 è che abbiamo semplicemente puntato su una re- gione con una densità di stelle stra- ordinariamente alta e siamo stati attenti a identificare le fonti che ap- paiono quasi una sopra l’altra” , ha affermato Andrew Saydjari, dotto- rando dell’Harvard University, ricer- ! A ndrew Saydjari, dottorando presso l’Università di Harvard, ricercatore presso il Center for Astrophysics | Harvard & Smithso- nian e autore principale dello studio.

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