l'Astrofilo marzo-aprile 2023

16 MARZO-APRILE 2023 ASTRO PUBLISHING polvere dalla nube molecolare cir- costante, che assomigliano a nastri nelle immagini di Webb. Il materiale si raccoglie in un disco di accresci- mento che alimenta la protostella centrale. Gli astronomi hanno rilevato gas at- torno alle protostelle all’interno di NGC 346, ma le osservazioni nel vi- cino infrarosso di Webb segnano il primo rilevamento di polvere in que- sti dischi. “Stiamo vedendo gli ele- menti costitutivi, non solo delle stel- le, ma anche potenzialmente dei pia- neti” , ha affermato Guido De Mar- chi, dell’Agenzia spaziale europea, co-ricercatore del team. “E poiché la Piccola Nube di Magellano ha un am- biente simile alle galassie del mez- zogiorno cosmico, è possibile che i pianeti rocciosi si siano formati nel- l’universo prima di quanto avremmo potuto pensare” . Il team ha ottenuto anche osserva- zioni spettroscopiche dallo stru- mento NIRSpec di Webb, che sono in fase di analisi. Questi dati dovreb- bero fornire nuove informazioni sul materiale che si accumula nelle sin- gole protostelle, così come sull’am- biente negli immediati dintorni del- la protostella. ASTROFILO l’ N GC 346, una delle regioni di formazione stellare più dina- miche nelle galassie vicine, era piuttosto misteriosa. Ora lo è di me- no, con le nuove scoperte del James Webb Space Telescope. NCG 346 si trova nella Piccola Nube di Magellano (SMC), una galassia na- na vicina alla nostra Via Lattea. La SMC contiene concentrazioni di ele- menti più pesanti dell’idrogeno e dell’elio (che gli astronomi chia- mano metalli) inferiori rispetto alla Via Lattea. Poiché i granelli di polve- re nello spazio sono composti princi- palmente di metalli, gli scienziati si aspettavano piccole quantità di pol- vere, difficili da rilevare. I nuovi dati di Webb mostrano il contrario. Gli astronomi hanno sondato questa regione perché le condizioni e la quantità di metalli all’interno della SMC assomigliano a quelle osservate nelle galassie di miliardi di anni fa, in un’era dell’universo nota come “mezzogiorno cosmico”, quando la formazione stellare era al suo apice. Circa 2-3 miliardi di anni dopo il Big Bang, le galassie stavano formando stelle a un ritmo furioso. I fuochi d’artificio della formazione stellare che si verificarono allora modellano ancora le galassie che vediamo in- torno a noi oggi. “Una galassia esistente nel mezzo- giorno cosmico non avrebbe una NGC 346 come la Piccola Nube di Webb scruta NGC 346 by NASA/ESA/CSA Matthew Brown Christine Pulliam N GC 346, mostrato in questa immagine della Near-Infrared Camera (NIRCam) di Webb, è un ammasso stellare dinamico che si trova all’interno di una nebulosa a 200000 anni luce di distanza. Webb rivela la presenza di molti più elementi costi- tutivi del previsto, non solo per le stelle, ma anche per i pianeti, sotto forma di nubi piene di polvere e idrogeno. I pennacchi e gli archi di gas in questa immagine contengono due tipi di idrogeno. Il gas rosa rappresenta l’idrogeno energizzato, che è tipicamente caldo intorno ai 10000°C o più, mentre il gas più arancione rap- presenta l’idrogeno molecolare denso, che è molto più freddo, circa -200°C o infe- riore, e polvere associata. [NASA, ESA, CSA, Olivia C. Jones (UK ATC), Guido De Marchi (ESTEC), Margaret Meixner (USRA). Image processing: Alyssa Pagan (STScI), Nolan Habel (USRA), Laura Lenki ć (USRA), Laurie E. U. Chu (NASA Ames)] ! Magellano; avrebbe migliaia di re- gioni di formazione stellare come questa” , ha affermato Margaret Meixner, astronoma presso la Uni- versities Space Research Association e ricercatrice principale del team. “Ma anche se NGC 346 è ora l’unico ammasso massiccio che forma furio- samente stelle nella sua galassia, ci offre una grande opportunità per sondare le condizioni che erano in atto nel mezzogiorno cosmico” . Osservando le protostelle ancora in fase di formazione, i ricercatori pos- sono scoprire se il processo di for- mazione stellare nella SMC è diverso da quello che osserviamo nella Via Lattea. Precedenti studi a infrarossi di NGC 346 si sono concentrati su protostelle più pesanti di circa 5-8 volte la massa del Sole. “Con Webb, possiamo son- dare fino a protostelle più leggere, piccole come un decimo del Sole, per vedere se il loro processo di forma- zione è influenzato dal minore con- tenuto di metalli” , ha affermato Olivia Jones, dello United Kingdom Astronomy Technology Centre, Royal Observatory Edinburgh, co-investi- gatrice del programma. Quando le stelle si formano, raccolgono gas e

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