l'Astrofilo marzo-aprile 2019
35 MARZO-APRILE 2019 CRONACHE SPAZIALI della luce intracluster e i contorni delle diverse mappe di massa dei cluster, che sono fornite come parte dei dati del progetto Hubble Fron- tier Fields, ospitato nel Mikulski Ar- chive for Space Telescopes (MAST). L’MHD è una misura di quanto due sottoinsiemi sono lontani l’uno dal- l’altro. Più piccolo è il valore di MHD, più simili sono i due set di punti. Questa analisi ha mostrato una chiarezza senza precedenti. Le immagini sono state d’ispirazione” , ha aggiunto Trujillo. “Tuttavia, non mi aspettavo che i risultati fossero così precisi. Le implicazioni per la fu- tura ricerca spaziale sono molto ec- citanti.” Gli astronomi hanno utiliz- zato la Modified Hausdorff Distance (MHD), una metrica utilizzata nella corrispondenza delle forme, per mi- surare le somiglianze tra i contorni che la distribuzione della luce in- tracluster vista nelle immagini dei campi di Hubble corrispondeva alla distribuzione di massa dei sei am- massi di galassie meglio di quella emessa dai raggi X, come derivato dalle osservazioni archiviate dal Chandra X-ray Observatory’s Advan- ced CCD Imaging Spectrome- ter (ACIS). Oltre a questo studio iniziale, Montes e Trujillo vedono mol- teplici opportunità per espan- dere la propria ricerca. Per iniziare, vorrebbero au- mentare il raggio di osserva- zione nei sei cluster originali, per vedere se il grado di accu- ratezza del tracciamento reg- ge. Un altro test importante del loro metodo sarà l’osser- vazione e l’analisi di ulteriori gruppi di galassie da parte di più gruppi di ricerca, da ag- giungere al set di dati e con- fermare i loro risultati. Gli astronomi non vedono l’ora di applicare le stesse tecniche con futuri potenti telescopi spaziali, come il James Webb Space Telescope e il WFIRST, che avranno an- che strumenti più sensibili per la risoluzione della debole luce intracluster nell’universo distante. Trujillo vorrebbe testare il ri- dimensionamento del meto- do da massicci ammassi di ga- lassie a singole galassie. “Sa- rebbe fantastico farlo su scale galattiche, ad esempio esplo- rando gli aloni stellari. In li- nea di principio la stessa idea dovrebbe funzionare; le stelle che circondano una galassia come risultato dell’attività di fusione dovrebbero anche se- guire il potenziale gravitazio- nale della galassia, illuminando la posizione e la distribuzione della materia oscura.” ASTROFILO l’ D ue massicci ammassi di galassie, Abell S1063 (a sinistra) e MACS J0416.1-2403 (a destra), mostrano una tenue foschia blu, chiamata luce intracluster, incorporata in innumerevoli galassie. La luce intracluster è prodotta da stelle orfane che non ap- partengono più a nessuna singola galassia, essendo state dirottate durante un’intera- zione violenta della galassia originaria, e ora si muovono liberamente attraverso l’ammasso di galassie. [NASA, ESA, and M. Montes (University of New South Wales)] !
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