l'Astrofilo marzo-aprile 2019

23 MARZO-APRILE 2019 CRONACHE SPAZIALI investigatore di New Horizons, Alan Stern, del Southwest Re- search Institute di Boulder, in Colorado. “Mai prima d’ora nessun team di una navicella spaziale a- veva rintracciato un corpo così piccolo a così alta velocità e così lontano nell’a- bisso dello spazio. New Horizons ha al- zato l’asticella nella navigazione spaziale d’avanguardia.” Le nuove immagini, prese da quasi 27000 chilometri in avvici- namento, hanno ri- velato Ultima Thule come “binario a con- tatto”, costituito da due sfere collegate. Da un capo al- l’altro, quel mondo misura 31 chilo- metri di lunghezza. Il team ha so- prannominato la sfera più grande “Ultima” (19 chilometri di diametro) L a prima immagine a colori di Ultima Thule, presa a una distanza di 137000 chilometri, alle 04:08 Universal Time del 1° gennaio 2019, evidenzia la sua superficie rossastra. A sinistra, un’imma- gine a colori migliorata ripresa dalla MVIC (Multispectral Visible Imaging Camera), prodotta com- binando i canali del vicino infrarosso, rosso e blu. L’immagine al centro del LORRI (Long-Range Reconnaissance Imager) ha una risoluzione spaziale maggiore rispetto a MVIC di circa un fattore cinque. A destra, il colore è stato sovrapposto all’immagine LORRI per mostrare l’uniformità del colore dei lobi Ultima e Thule. Notare la riduzione della colorazione rossa sul collo dell’oggetto. [NASA/Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory/Southwest Research Institute] U n’illustrazione del flyby di New Horizons dell’oggetto 2014 MU 69 , noto anche come Ultima Thule, il primo giorno del 2019. [NASA/JHUAPL/SwRI/Alex Parker] e la sfera più piccola “Thule” (14 chi- lometri di diametro). Il team dice che le due sfere si sono probabil- mente unite quando il 99 percento della formazione del sistema solare era ormai completata, collidendo non più velocemente di due auto- mobili in un tamponamento. “New Horizons è come una mac- china del tempo, che ci riporta alla nascita del sistema solare. Stiamo assistendo a una rappresentazione fisica dell’inizio della formazione planetaria, congelata nel tempo” , ha affermato Jeff Moore, responsa- bile del team New Horizons Geology and Geophysics. “Studiare Ultima Thule ci aiuta a capire come si for- mano i pianeti, sia quelli del nostro sistema solare sia quelli che orbitano attorno ad altre stelle nella nostra galassia” . I dati del flyby di Capodanno conti- nueranno ad arrivare nelle settima- ne e nei mesi a venire, con immagini a risoluzione molto più alta. “Nei prossimi mesi, New Horizons trasmetterà verso la Terra decine di set di dati e scriveremo nuovi capi- toli nella storia di Ultima Thule e del sistema solare” , ha affermato He- lene Winters, Project Manager di New Horizons. ASTROFILO l’ !

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