l'Astrofilo marzo-aprile 2019
16 MARZO-APRILE 2019 CRONACHE SPAZIALI volte la loro luce è “contaminata” e appare più blu a causa della luce stel- lare di una galassia interposta. Di conseguenza, possono risultare tra- scurati nelle ricerche di quasar, per- ché il loro colore è diluito in modo da assomigliare a quello di una ga- lassia normale. Fan propone che molti altri quasar remoti siano stati persi a causa di questa leggera contaminazione. La sua squadra è stata fortunata a tro- vare J043947.08+163415.7, perché il quasar è così luminoso che sovrasta la luce stellare proveniente dalla par- ticolarmente debole galassia-lente in primo piano. “Senza questo alto li- vello di intensificazione, sarebbe im- possibile per noi vedere la galassia” , ha detto il membro del team Feige Wang, dell’Università della Califor- nia, Santa Barbara. “Possiamo anche cercare il gas attorno al buco nero e ciò che nella galassia potrebbe essere influenzato dal buco nero stesso.” L’oggetto è stato selezionato per il suo colore, combinando i dati foto- metrici dell’United Kingdom Infrared Telescope Hemisphere Survey e del Panoramic Survey Telescope and Ra- Q uesta immagine mostra il quasar distante J043947.08+163415.7 come è stato osservato con il tele- scopio spaziale Hubble. Il quasar è uno degli oggetti più luminosi dell’universo primordiale. Tuttavia, a causa della sua distanza, è diven- tato visibile solo quando la sua immagine è stata resa più luminosa e più ampia da una lente gravitazionale. Il sistema di immagini lensifi- cate e della lente è così com- patto che Hubble è l’unico telescopio ottico in grado di risolverlo. [NASA, ESA, X. Fan (University of Arizona)] U n’animazione di come la massa di una galassia può piegare la luce di un quasar molto più distante con le lenti gravitazionali. In questo modo, il quasar appare 3 volte più grande e 50 volte più luminoso nel cielo notturno. [ESA/Hubble, L. Calçada] pid Response System (Pan-STARRS1) a lunghezze d’onda ottiche, e del Wide-field Infrared Survey Explorer della NASA nel medio infrarosso. Le osservazioni spettroscopiche di follow-up sono state condotte dal Multi-Mirror Telescope dell’Univer- sità dell’Arizona, dall’Osservatorio Gemini e dall’Osservatorio Keck. Queste osservazioni hanno rivelato la firma di una galassia in primo pia- no, molto debole, posta direttamen- te fra il quasar e la Terra, che ingran- disce l’immagine del quasar. Tuttavia, poiché la sorgente appare sfocata nelle osservazioni terrestri (e quindi potrebbe essere confusa con una semplice galassia), i ricercatori hanno usato le straordinarie capa- cità di imaging di Hubble per confer- mare che si tratta di un quasar len- sificato. “È un sistema difficile da fo- tografare perché risulta essere così compatto da richiedere la vista più nitida di Hubble” , ha affermato Fan. Il quasar è pronto per futuri esami approfonditi. Il team di Fan sta analizzando uno spettro dettagliato di 20 ore dal Very Large Telescope dell’ESO, che mostra le caratteristiche di assorbi- mento del gas per identificare la composizione chimica e le tempera- ture del gas intergalattico nell’uni- verso primordiale. Gli astronomi useranno anche l’Ata- cama Large Millimeter/submillimeter Array e poi il James Webb Space Te- lescope della NASA, per guardare entro 150 anni luce dal buco nero e rilevare direttamente l’influenza del- la gravità del buco nero sul movi- mento del gas e sulla formazione stellare nelle sue vicinanze. ASTROFILO l’ !
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