l'Astrofilo marzo-aprile 2018

31 MARZO-APRILE 2018 CRONACHE SPAZIALI misteriosa. A causa della grande massa e avanzata età, si pensa che questi ammassi abbiano prodotto un grande numero di buchi neri di massa stellare, creati quando le stelle massicce all’interno dell’am- masso esplodevano e collassavano, nel corso della lunga vita dell’am- masso. In mancanza di una forma- zione stellare continua, come nel caso degli ammassi globulari, i buchi neri di massa stellare diventano ra- pidamente gli oggetti più massicci presenti nell’ammasso. Di solito, i buchi neri di massa stellare negli ammassi globulari sono circa quat- tro volte più massicci delle stelle di bassa massa circostanti. Teorie re- centi hanno concluso che i buchi neri formano un denso nucleo all’in- terno dell’ammasso, che quindi si di- stacca dal resto del materiale. Moti al centro dell’ammasso potrebbero quindi espellere la maggior parte dei buchi neri, con la conseguenza che solo pochi sopravvivererebbero dopo un miliardo di anni. Lo stru- mento MUSE dell’ESO fornisce agli astronomi la possiblità unica di mi- surare il moto di migliaia di stelle lontane nello stesso momento. Con questi nuovi risultati, l’equipe ha avuto per la prima volta la possibi- lità di rivelare un buco nero inattivo nel cuore di un ammasso globulare, un buco nero che non sta inghiot- tendo materia e non è circondato da un disco di gas incandescente. Hanno potuto stimare la massa del buco nero dai moti di una stella cat- turata dalla sua enorme attrazione gravitazionale. Dalle proprietà os- servate si è determinato che la stella ha una massa pari a circa 0,8 volte quella del Sole, mentre la massa della controparte misteriosa è circa 4,36 volte quella del Sole, quasi si- curamente un buco nero. Detezioni recenti di sorgenti di onde radio e di raggi X negli ammassi globulari, così come gli eventi di onde gravitazio- nali osservati a partire dal 2016, cau- sati dalla fusione di due buchi neri di massa stellare, suggeriscono che questi buchi neri relativamente pic- coli possano essere più comuni, negli ammassi globulari, di quanto si pen- sasse finora. Giesers conclude: “Fino a poco tempo si supponeva che quasi tutti i buchi neri sarebbero scomparsi dopo breve tempo dagli ammassi globulari e che sistemi come questi non potessero neppure esistere! Ma chiaramente non è così, la nostra scoperta è la prima evidenza diretta dell’effetto gravitazionale di un buco nero di massa stellare in un ammasso globulare. Questa sco- perta ci aiuta a capire la formazione degli ammassi globulari e l’evolu- zione di buchi neri e sistemi binari. Ogni informazione in questa dire- zione è vitale per comprendere le sorgenti di onde gravitazionali.” ASTROFILO l’ !

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