l'Astrofilo marzo-aprile 2018

27 MARZO-APRILE 2018 SISTEMA SOLARE ti stellari (1000-2000 km/s) che, nel corso del- la breve vita delle WR, spazzano via gli strati più esterni, lasciando scoperti i roventi strati più interni, dove è abbondante l’elio. Il materiale soffiato via dal vento stellare va a formare una gigantesca bolla (estesa fino a decine di anni luce), che nel tempo si ar- ricchisce di quegli elementi prodotti pro- prio negli strati stellari esterni, fra il quali il 26 Al. I ricercatori hanno calcolato che gli im- petuosi venti stellari delle WR sono in grado di espellere fino alla metà della mas- sa stellare, in un periodo di centinaia di mi- gliaia di anni. Elaborando osservazioni compiute da vari team di ricercatori, Dwarkadas e colleghi hanno calcolato che la quantità di 26 Al me- diamente trasferito verso il guscio della bolla da una WR è pari alla massa di 3 Terre, e hanno anche determinato qual è il mezzo che trasporta il radioisotopo in quell’am- biente esterno. Se gli atomi di 26 Al sfreccias- sero liberamente attraverso la bolla, non sarebbero catturati efficacemente dal mate- riale del guscio. Affinché ciò avvenga, è ne- cessario che gli atomi si “aggrappino” a qualcosa di più voluminoso. Già da alcuni decenni sappiamo che le WR possono mostrare un’emissione infrarossa attribuibile alla presenza di polvere collo- ASTROFILO l’ S imulazione grafica del- l’evoluzione di una bolla di pol- veri e gas attorno a una WR di 40 masse solari, in epoche succes- sive, partendo dal quadrante in alto a sinistra (t = 1,27 milioni di anni dall’inizio dell’at- tività stellare). In blu è rappresen- tata la bolla so- spinta dal vento stellare, in ocra la regione ionizzata dalla stella, e più all’esterno il gu- scio denso. [V. Dwarkadas et al.] malia dei due radioisotopi? Forse sì. In un articolo apparso recentemente su The Astro- physical Journal , un team di ricercatori delle università di Chicago e Clemson, guidato da Vikram Dwarkadas, ha avan- zato un’ipotesi alternativa, che vede il sistema solare na- scere non più dall’impatto su una nube interstellare di un’onda d’urto scatenata da una supernova, bensì dal collasso gravitazionale di u- na parte di una bolla di ma- teriale espulso da una stella Wolf-Rayet (WR). Questo tipo di stelle sono assai rare, sono gigantesche (40-50 volte più massicce del Sole) e hanno una tempera- tura superficiale elevatissi- ma, da 30 000°C a 200 000°C. Queste caratteristiche le col- locano in cima alla classifica delle stelle più brillanti del- l’universo. L’altissima tempe- ratura genera fortissimi ven- uesta animazione mostra come i venti stellari possono produr- re bolle all'interno dell'involucro di materiale che circonda una stella gigante nel corso di milioni di anni. Un team dell'Università di Chicago sostiene che il sistema solare avrebbe potuto formarsi all'interno di una di queste bolle. [V. Dwarkadas/D. Rosenberg]

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