l'Astrofilo marzo-aprile 2016

PLANETOLOGIA ASTROFILO l’ una campagna osservativa quinquennale da realizzare con il telescopio giapponese Subaru, sito sul Mauna Kea, alle Hawaii. Con il suo spec- chio singolo di 8,2 metri di diametro, la capacità di os- servare nell'infrarosso vicino e un campo di ripresa 75 volte maggiore di quello of- ferto dagli adiacenti tele- scopi Keck, il Subaru è con- siderato lo strumento più a- datto a confermare (o a con- futare) l'esistenza di Pianeta Nove. Alla campagna osser- vativa hanno aderito anche Trujillo e Sheppard, entrambi fermi sostenitori delle tesi di Batygin e Brown. Chiaramente di certezze al momento non ce ne sono; i raggruppamenti orbitali dei KBOs esaminati potrebbero essere una straordinaria ca- sualità; forse si scopriranno presto oggetti di quel tipo con caratteristiche orbitali contrarie all'esistenza di Pia- neta Nove. Non costituisce invece un pro- blema una collocazione così remota di Pianeta Nove, è infatti incontrovertibile, come dimostra l'osservazione di numerosi sistemi extrasolari, che i pianeti isolati nelle periferie più esterne sono ricorrenti (così come sono ricorrenti i pianeti di 10-15 masse terrestri, apparentemente assenti nel nostro sistema solare). Non potendo essersi formati dove li vediamo, è molto probabile che siano giunti così lontani dalle loro stelle a seguito di interazioni gravitazionali con altri pianeti di taglia rilevante. Del resto, già nel 2012, David Nesvorný (Southwest Rese- arch Institute, Department of Space Studies, Boulder, Colorado), aveva dimostrato attra- verso simulazioni al computer che molto probabilmente oltre 4 miliardi di anni fa c'erano 5 pianeti di grande taglia nel nostro sistema solare. Dov'è finito il quinto? È stato definitivamente espulso o si è solamente trasferito su un'orbita esterna? 170 anni fa la meccanica celeste permise di scoprire Nettuno. Da allora non c'è mai più stata una così forte evidenza dell'esistenza di un grande pianeta sconosciuto ai confini del nostro sistema solare. n A fianco, il tele- scopio Suba- ru. Il suo specchio monolitico di 8,2 metri di diametro, l’ampiezza del campo inquadra- to (senza eguali fra i grandi tele- scopi) e la sensi- bilità all’infraros- so, rendono que- sto strumento il più adatto al mon- do nella ricerca di Pianeta Nove.

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