l'Astrofilo marzo-aprile 2015

EVOLUZIONE STELLARE ASTROFILO l’ benché risulti più brillante di qualun- que altra LBV conosciuta. La meno massiccia Eta Carinae B sembra in- vece essere una giovane stella blu- bianca di tipo O, quindi con una fo- tosfera sensibilmente più calda (at- torno ai 30mila kelvin). Anche per il fatto di essere stata con- siderata in passato (quando la si cre- deva singola) la migliore candidata al ruolo di prossima supernova galat- tica, Eta Carinae è stata studiata con particolare attenzione dagli astro- nomi, che hanno proposto numerosi modelli volti a interpretarne il com- portamento e a descriverne la storia evolutiva passata e futura. Tutte le conoscenze acquisite di quel sistema stellare sono confluite in un lungo studio realizzato da alcuni ri- cercatori del Goddard Space Flight Center della NASA, i quali sotto il coordina- mento dell'astrofisico Ted Gull hanno moni- torato Eta Carinae per oltre un decennio, tramite telescopi spaziali e telescopi al suolo. All'ultimo meeting dell'American Astronomi- cal Society, tenutosi a Seattle, Gull e colleghi hanno fatto il punto sulla conoscenza del si- L ’animazione a fianco mostra la variabilità del- l’emissione del ferro due volte ionizzato (4659 ångström) nel si- stema di Eta Cari- nae, fra il 2010 e il 2014. Sotto, una ricostruzione 3-D della nebulosa di gas e polveri na- ta a seguito delle eruzioni stellari del XIX secolo. [NASA's Goddard Space Flight Cen- ter/T. Gull et al.] stema in questione, descrivendo uno scena- rio che interpreta in maniera convincente la turbolenta variabilità finora osservata. Seb- bene rimangano tuttora oscure le cause delle imponenti eruzioni del passato, è stata fatta luce su altri fenomeni finora poco chiari, le- gati essenzialmente al passaggio al periastro di Eta Carinae B: una spiccata varia- bilità nell'emissione di raggi X; l'appari- zione-sparizione di strutture e segnali spazialmente molto vicini alle stelle e ri- levabili a specifiche lunghezze d'onda della luce visibile. Avendo potuto se- guire direttamente tre passaggi al pe- riastro, il team del GSFC è stato in gra- do di inserire una quantità adeguata di dati in un model- lo numerico e di av- viare una comples- sa simulazione, al fine di comprende- re le strutture at-

RkJQdWJsaXNoZXIy MjYyMDU=